/assets/blog/round-18-singapore-24/w-copertina--paragrafo-1.jpg

15° Edizione del Gran Premio di Singapore: Introduzione al week end di gara.

Di Giovanni Nulchis

SINGAPORE E LO SPETTACOLO DELLA FORMULA 1

Dal “Crashgate” del 2008 all’impresa magica di Carlos Sainz del 2023, passando per il duello senza fiato Vettel- Alonso del 2010, il successo di Sebastian Vettel con la Ferrari nel 2015, il crash clamoroso tra Vettel, Raikkonen e Verstappen alla partenza nel 2017, la pole position marziana di Lewis Hamilton nel 2018, l’ultima vittoria in carriera di Vettel nel 2019 e il grande successo di Sergio Perez nel 2022. Il rapporto tra Singapore e la Formula 1 è sempre stato avvolto da un’atmosfera magica, sia per il fatto che si corre in notturna tra i grattacieli della città, ma soprattutto perché ogni anno le gare sono spettacolari e mai scontate. E allora anche per Singapore vale lo stesso quesito che ci siamo posti nel weekend di Baku: cosa potrà mai succedere quest’anno, considerando il campionato pazzesco che stiamo vivendo?


 2023 VS 2024: DUE SITUAZIONI OPPOSTE

La magica notte di Marina Bay fa da sfondo al 18° appuntamento del Campionato del Mondo di Formula 1 2024: il Singapore Street Circuit ospita la 15° Edizione del Gran Premio di Singapore, terza e ultima tappa asiatica del mondiale dopo il Giappone e la Cina. Una riflessione sorge spontanea. La passata stagione, con una gara incredibile, Carlos Sainz e la sua Ferrari interrompevano, almeno per un weekend, la striscia di quindici vittorie consecutive della Red Bull e dieci vittorie consecutive di Max Verstappen: un dominio assoluto da parte del team di Milton Keynes, che infatti, dopo l’inaspettata debacle di Singapore, è tornato a comandare, vincendo tutte le restanti gare del campionato 2023. La Formula 1 torna a Singapore dopo un anno con una situazione diametralmente opposta a quella del 2023: non c’è più un dominatore assoluto, sebbene la McLaren sia la monoposto tecnicamente più performante, e ogni gara del mondiale è incerta nel risultato e quasi sempre combattuta fino alla fine. Con la vittoria di Oscar Piastri in Azerbaijan, la McLaren ha assunto la leadership del campionato costruttori (non succedeva da dieci anni, Gran Premio d’Australia 2014) e, potenzialmente, si avvia verso la conquista del mondiale, assente a Woking dal lontano 1998, ma attenzione alla Ferrari, in netta crescita rispetto all’estate e non distante dalla vetta, e anche alla Red Bull, che resta pur sempre la detentrice del mondiale e, nonostante le difficoltà degli ultimi weekend, da Austin, quando torneremo su circuiti più tradizionali, dovrebbe tornare a fare la voce grossa. Alla luce di tutto ciò, ci aspetta un finale di stagione davvero elettrizzante: al contrario del 2023, a sette gare dal termine, nulla è già scritto, tutto è ancora da vivere.

 LA SITUAZIONE DRAMMATICA DI DANIEL RICCIARDO

Apriamo ora una piccola parentesi sul mercato piloti. Ad oggi, la line-up 2025 è quasi completa: rimane da assegnare un sedile in Stake al fianco di Nico Hulkenberg (ed è molto probabile, anche se non ancora sicuro, l’arrivo di Gabriel Bortoleto, pilota brasiliano attualmente leader del Campionato di Formula 2) e rimane da definire la situazione piloti della Racing Bulls (che, tra l’altro, per questo weekend indossa una livrea speciale dedicata allo sponsor Jeans). Infatti, Daniel Ricciardo non è stato ancora riconfermato al fianco di Yuki Tsunoda per la prossima stagione e sembra essere ben lontano dal rinnovo. Voci da paddock sempre più insistenti danno quasi per certo che l’australiano sia ormai arrivato al capolinea della sua carriera di Formula 1. I risultati ottenuti dal suo ritorno in monoposto (Ungheria 2023, come sostituito di Nyck De Vries) non hanno impressionato per niente, anzi, sono stati molto deludenti: tranne qualche lampo di velocità, come l’anno scorso in Messico e quest’anno a Miami (solo nella Sprint) e in Canada, Daniel ha sempre sofferto il confronto con il compagno di squadra Yuki Tsunoda, raggiungendo solo tre volte la zona punti. Ad oggi, in classifica è solo 14° a quota 12 punti (contro i 22 di Tsunoda), e finora non è ancora riuscito a dare una svolta al suo mondiale. Nonostante Ricciardo sia diventato ormai un’icona della Formula 1, con il suo splendido sorriso e comunque una carriera di successo negli anni d’oro con la Red Bull, questo sport è (giustamente) spietato e se non performi sei fuori (a meno che non abbia una valigia carica di milioni, vedi Perez e Stroll). Per questo, Daniel Ricciardo rischia fortemente di rimanere col cerino in mano già dal prossimo weekend negli Stati Uniti, terminando così (forse definitivamente) la sua carriera di Formula 1. Al suo posto, è pronto a scendere in pista il ventiduenne neozelandese Liam Lawson, attualmente terzo pilota di Red Bull e Racing Bulls, che nel 2023 ha già sostituito per cinque weekend consecutivi quando l’australiano è stato costretto a uno stop per infortunio, meravigliando tutti per la sua grande velocità. Vedremo come evolverà la faccenda, dato che ancora non ci sono ufficialità, ma Lawson sembra avere concretamente la possibilità di dimostrare il suo talento e, chi sa, essere una salvezza per il futuro della Red Bull.

 TECNICA: MODIFICHE AL CIRCUITO

Entriamo ora nel capitolo tecnico, perché ci sono parecchi argomenti da trattare.

Prima di tutto, sul Singapore Street Circuit è stata aggiunta una nuova zona DRS, nel tratto rettilineo che va da curva 14 a curva 16; ora il numero di zone DRS sale a quattro, e ciò comporta un abbassamento dei tempi sul giro; inoltre, la pista è stata riasfaltata in alcuni tratti.

 TECNICA: MCLAREN SOTTO I RIFLETTORI 

Ma l’argomento caldo è un altro e riguarda la McLaren e, nello specifico, la sua ala posteriore. Dopo lo scorso weekend, a Baku, è scoppiato il caso McLaren, perché delle immagini che riprendono la parte posteriore della monoposto hanno evidenziato un particolare sorprendente: il flap mobile dell’ala, in rettilineo, flette, aprendo una piccola fessura tra esso e il main plane (la struttura principale dell’alettone) che funge in pratica da mini-DRS; in altre parole, anche quando il DRS è chiuso, il flap flette ugualmente, anche se molto meno, permettendo il passaggio dell’aria. Questa genialata che si sono inventati gli ingegneri McLaren dà enormi vantaggi, perché riduce la resistenza all’avanzamento della vettura anche quando il DRS è chiuso. Ora, è semplice, ma anche plausibile, fare 2+2 e dire che Oscar Piastri sia stato aiutato da questa trovata tecnica nella battaglia con Charles Leclerc a Baku, soprattutto se si guardano i dati delle velocità: a DRS aperto la McLaren era tra le auto più lente, mentre a DRS chiuso era tra le più veloci; questo dato è abbastanza esplicativo. Cosa dice il regolamento? Dice che lo “slot gap” (la distanza tra il flap mobile e il main plane) deve rimanere costante per tutto il giro (max. 7 mm). Da questo si deduce che, siccome l’ala della McLaren flette in rettilineo, (maggiormente alle estremità), è contro il regolamento; tuttavia, se la monoposto scende in pista significa che passa i controlli. Venerdì 16 la FIA si è espressa sulla questione, dicendo sostanzialmente che l’ala della McLaren è irregolare, in quanto va contro il regolamento, ma legale per quanto riguarda il weekend di Baku, per il quale non ci saranno conseguenze. Quindi la McLaren non potrà più utilizzare questa soluzione, posto che probabilmente l’avremmo rivista soltanto a Las Vegas. Tutta questa faccenda, però, fa comprendere il livello di complessità ingegneristica in Formula 1, dove ogni piccolo dettaglio può fare una differenza enorme.

 TECNICA: LE NOVITÀ DI FERRARI, ALPINE E WILLIAMS 

Rimanendo in ambito tecnico, questo weekend Ferrari, Alpine e Williams hanno portato degli aggiornamenti alle monoposto.

Per quanto riguarda la Ferrari, sulla SF24 è presente una nuova ala anteriore, modificata nel disegno del main plane e nella zona centrale, con un cucchiaio (la punta dell’ala) più accentuato.

L’Alpine ha introdotto una nuova ala posteriore, che dovrebbe generare più carico aerodinamico.

La Williams ha invece modificato il condotto dei freni e ha adottato una nuova geometria delle sospensioni anteriori, anche in questo caso per trovare più carico aerodinamico.