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4° Edizione del Gran Premio del Messico: la Gara

Di Giovanni Nulchis

INTRODUZIONE 

Ed è ancora Ferrari! Dopo il trionfo in Texas, Maranello conquista anche Città del Messico, confermando il grande stato di forma del team evidenziato in questa seconda parte della stagione. Autore probabilmente del weekend più concreto da quando guida per la Rossa, Carlos Sainz, dopo la splendida pole position del sabato, ha dominato la gara, senza alcuna sbavatura e con un ritmo che gli ha permesso di gestire in tranquillità tutte le fasi della corsa, nonostante nell’ultimo stint la McLaren abbia aumentato il suo passo. La Ferrari non è riuscita a conquistare la seconda doppietta consecutiva perché Charles Leclerc, comunque autore di un’ottima gara, si è dovuto arrendere negli ultimi giri alla rimonta di Lando Norris, con una McLaren nettamente superiore rispetto allo scorso weekend. Proprio Norris, ad inizio Gran Premio, è stato protagonista di un’accesa battaglia con il suo rivale Max Verstappen, che, con una Red Bull molto deludente, è stato aggressivo nella sua difesa, così tanto che è stato pesantemente penalizzato, di venti secondi, per due azioni oltre il limite della correttezza. L’olandese è poi giunto solo 6° al traguardo, non riuscendo nemmeno a battagliare con le due Mercedes e perdendo punti preziosi in campionato. Dispiace tanto per il weekend disastroso di Sergio Perez, che saluta probabilmente per l’ultima volta in carriera il suo Messico con una gara davvero terribile. Benvenuti al racconto della 4° Edizione del Gran Premio di Città del Messico, in scena sull’Autódromo Hermanos Rodríguez nel pomeriggio di domenica 27 Ottobre 2024.

 

SCELTA GOMME E POSSIBILI STRATEGIE 

In griglia di partenza, quasi tutte le monoposto  “indossano” gomme medie: fanno eccezione la Racing Bulls di Liam Lawson, le due Stake di Valtteri Bottas e Guanyu Zhou, la Williams di Franco Colapinto, la Red Bull di Sergio Perez e l’Alpine di Esteban Ocon. La strategia prevista è a una sosta (media-hard o viceversa). Con la sua Alpine, Ocon parte dalla pit lane: i suoi meccanici hanno infranto il parc fermé per installare sulla monoposto nuovi componenti della Power Unit.

 

LA PARTENZA: SUBITO SAFETY CAR

Allo spegnimento dei semafori è Max Verstappen ad avere lo scatto migliore. L’olandese affianca subito Carlos Sainz e in curva 1 allunga la staccata, costringendo lo spagnolo ad andare fuori pista e tagliare la curva; dietro di loro, Lando Norris rimane davanti a Charles Leclerc e alle due Mercedes di Lewis Hamilton e George Russell. Tagliando curva 2, Sainz rientra in pista davanti a Verstappen, ma subito gli restituisce la posizione. A centro gruppo, però, c’è il primo incidente di gara: con la sua Williams Alexander Albon tocca la gomma posteriore destra della Racing Bulls di Yuki Tsunoda, che finisce in testa-coda contro le barriere; entrambi sono costretti al ritiro. L’entrata in pista della Safety Car è d’obbligo. Intanto, in tutta questa confusione, Sergio Perez è risalito con la sua Red Bull in 13° posizione: in realtà, la sua partenza è stata irregolare, in quanto era posizionato in griglia troppo avanti rispetto alla sua piazzola; questo gli comporterà una penalità inevitabile di cinque secondi. 

 

SAINZ ATTACCA VERSTAPPEN: FERRARI IN TESTA 

Al 7° giro riparte la gara. Verstappen tiene la prima posizione davanti a Sainz, Norris e Leclerc e sembra, almeno in un primo momento, essere in grado di allungare, ma è in realtà un’illusione. Al 9° giro, infatti, Sainz sfrutta DRS e scia e, con una forte staccata, restituisce il sorpasso a Verstappen, assumendo la leadership del Gran Premio di Città del Messico, mentre dietro Leclerc tenta invano l’attacco su Norris. 

 

FAR WEST TRA VERSTAPPEN E NORRIS: LA FERRARI RINGRAZIA 

Al giro successivo, i primi quattro sono tutti in lotta, ma Norris è il più aggressivo di tutti. Il britannico affianca Verstappen all’esterno di curva 4, ma, quando Lando è già davanti e quindi avrebbe il diritto di traiettoria, Max fa la sua solita mossa: allunga la staccata e porta fuori pista l’avversario. Norris rientra in pista davanti a Verstappen, che a questo punto commette un’infrazione ancora più grave: entra all’interno della prima curva dello snake come se fosse da solo in pista e costringe ancora una volta Norris al fuori pista. Tra i due litiganti il terzo gode: Leclerc li passa entrambi e completa l’1-2 Ferrari.  I commissari, dopo tutte le polemiche di Austin, questa volta non lasciano correre e penalizzano Verstappen addirittura di 20 secondi: 10 per il primo episodio in curva 4, 10 per il secondo nello snake. La sua gara è compromessa, perché la sua Red Bull non ha il passo di Ferrari e McLaren. Consapevole della penalità del rivale, Norris non ha nessuna intenzione di tentare un attacco, anche perché Max non avrebbe assolutamente nulla da perdere nella lotta mondiale, mentre lui sì. Mentre Leclerc guadagna tempo su Sainz ed entra in zona DRS, è lotta aperta tra le due Mercedes: George Russell sorprende Lewis Hamilton in curva 1 e passa 5°. 

 

LAWSON MOSTRA I MUSCOLI E PEREZ SOCCOMBE 

Al 15° giro, quando Perez sta per attaccare Liam Lawson per entrare in zona punti, purtroppo Fernando Alonso si ritira dalla gara a causa di un problema ai freni della sua Aston Martin: la sua 400° presenza ad un Gran Premio di Formula 1 termina già prima di metà corsa. Al 18° giro, mentre il box Ferrari chiede a Leclerc di gestire meglio il carburante, Perez attacca Lawson in curva 4. Il ragazzino neozelandese, però, è molto combattivo e non cede di un millimetro, consapevole anche che mostrare i muscoli a Perez, dimostrando chi è più forte, è molto importante per il suo prossimo futuro. I due, perciò, si toccano e, ad avere la peggio, è il messicano, che rimedia un danno al fondo della sua Red Bull, ovviamente irreparabile ed significativamente penalizzante. Da questo momento, la gara del padrone di casa si trasforma in un calvario e il fatto più umiliante è che il team decide di non ritirare la vettura: in fondo, è probabile che questa sia l’ultima gara in Messico per Sergio Perez. Pochi giri dopo viene richiamato ai box per montare gomme medie: ora il messicano è ultimo, senza alcuna possibilità di rimonta. Nel frattempo, con la sua McLaren Oscar Piastri, partito 17°, è già 11°, alle spalle di Lawson. 

 

LA DANZA DEI PIT STOP

Al 27° giro, la Red Bull chiama ai box Verstappen: i meccanici devono restare immobili come statue per venti interminabili secondi, prima di poter montare, sulla monoposto del Campione del Mondo in carica, le gomme hard. L’olandese rientra in pista in un’anonima 15° posizione. Al 29° giro, Hamilton è il secondo pilota di testa a fermarsi: montate le hard, esce in pista 10°, alle spalle della Williams di Franco Colapinto, ancora in attesa del suo pit stop. Al 31° giro, quando Verstappen è già salito 10°, Russell e Leclerc sono ai box, mentre il giro successivo è il turno di Norris. A questo punto, Sainz ha la possibilità di effettuare il suo pit stop e di non perdere la leadership della gara, cosa che effettivamente avviene al giro 32. Al 40° giro si ferma ai box anche Piastri, tornando in pista 13°. 

 

LA RIMONTA DI NORRIS: LECLERC SOTTO PRESSIONE 

Quasi subito dopo la danza dei pit stop, si capisce che la McLaren è molto veloce e Norris ha la concreta possibilità di recuperare almeno la Ferrari di Leclerc. Intanto, le due Haas stanno conducendo una gara fantastica: sono entrambe in top 10, addirittura 7° e 8°, con Kevin Magnussen davanti a Nico Hulkenberg. Al 43° giro il distacco tra Leclerc e Norris è già sceso a 5 secondi, mentre 13 giri dopo, mentre Piastri supera Hulkenberg per l’8° posizione, è sceso ancora a 2.7 secondi. Al 62° giro Norris è già in zona DRS, ma ancora troppo distante per un attacco. Al termine del giro, però, Leclerc perde il controllo della sua Ferrari rischiando un incidente contro le barriere ad una velocità paurosa. Norris ringrazia e sale 2°, alle spalle di un irraggiungibile Carlos Sainz. Intanto si accende la battaglia tra i due piloti Mercedes e al giro 66 Hamilton supera Russell per la 5° posizione. Dietro le Mercedes, Verstappen gestisce la sua anonima 6° posizione.

 

BANDIERA A SCACCHI: CARLOS SAINZ DOMINA IN TERRA MESSICANA 

Al 71° giro cala la bandiera a scacchi sull’Autódromo Hermanos Rodríguez: Carlos Sainz vince la 4° Edizione del Gran Premio di Città del Messico, a coronamento di un weekend da dominatore. Fin dal termine della gara del Texas, lo spagnolo ha dichiarato più volte di essere molto fiducioso per la gara messicana e ha perfettamente rispettato le sue aspettative. Sainz conquista la sua terza vittoria in carriera, dopo Gran Bretagna 2022 e Singapore 2023, tutte con la Ferrari, mentre la Rossa conquista la sua 5° vittoria stagionale (non succedeva dal 2018), la terza della seconda metà di campionato e torna al trionfo in Messico dopo 34 anni di assenza. Per la prima volta nell’era moderna in Messico non vince né la Mercedes né la Red Bull. Grande gara anche per Lando Norris, 2° con la sua McLaren, molto intelligente e corretto nella lotta con Verstappen, bravo a non prendersi rischi eccessivi, bravo a recuperare la 2° posizione e frapporsi tra le Ferrari. Quest’anno, abbiamo più volte, e giustamente, criticato Lando per i suoi errori, per la sua poca lucidità in alcuni momenti, per tutte le vittorie sprecate, ma questo weekend ha fatto quello che doveva fare: battere Verstappen. Completa il podio il vincitore di Austin Charles Leclerc, che per tutto il weekend non è riuscito ad essere al livello di Sainz, ma sul finale di gara, approfittando del grande vantaggio su Hamilton, è tornato ai box per montare gomme soft nuove e ha conquistato il punto addizionale del giro veloce, un punto che potrebbe rivelarsi prezioso nella lotta in classifica costruttori. Anonimo come a Monza e Baku, 6° Max Verstappen con la sua Red Bull, che ha pagato a caro prezzo la sua troppa aggressività nella difesa con Norris; ma ormai  si ritrova  da solo a tenere  a galla una Red Bull che non riesce nemmeno più a salire sul podio, chiudendo la gara anche  anche dietro le due Mercedes di Lewis Hamilton e George Russell.                  Stellare la gara della Haas, in particolare con Kevin Magnussen, 7° al traguardo, davanti a Oscar Piastri, ancora una volta sottotono con la sua McLaren, ma comunque in rimonta dalla 17° posizione; mentre, con l’altra Haas, Nico Hulkenberg giunge 9° al traguardo, davanti ad un super Pierre Gasly, a punti con l’Alpine per la sesta volta in stagione. Ancora una gara ottima per Franco Colapinto, 12° con la sua Williams, anche se penalizzato di dieci secondi per aver causato una collisione con Lawson. L’argentino arriva alle spalle di un buon Lance Stroll con l’unica Aston Martin al traguardo, ma davanti all’Alpine di Esteban Ocon e alle due Stake di Valtteri Bottas e Guanyu Zhou. 16° Liam Lawson con la sua Racing Bulls.  Ultima posizione per il pilota di casa, Sergio Perez, con la Red Bull. Non ci sono più parole per descrivere il momento sconfortante che Sergio sta attraversando. Arrivare ultimo con una Red Bull, seppur danneggiata, non ha alcuna logica; è stata senza dubbio la gara più frustrante e brutta della carriera di Perez e a questo punto le possibilità di vedere ancora il messicano in griglia nel 2025 sono prossime allo zero, ma forse anche per lui è meglio così. Dispiace, perché comunque chi segue la Formula 1 da un po’ di anni sa che Sergio Perez è stato un grande pilota, negli anni della Force India-Racing Point con la magia di Sakhir nel 2020, la prima vittoria della sua carriera, ma sinceramente è arrivato il momento anche per lui, come per Ricciardo, di prendere altre strade. Questa, molto probabilmente, è stata la sua ultima presenza da pilota di Formula 1 nel suo amato Messico.

 

LA SITUAZIONE MONDIALE: FERRARI ALL'ATTACCO 

Diamo ora un rapido sguardo alla situazione nelle classifiche mondiali. Per quanto riguarda i piloti, Norris ha guadagnato dieci punti a Verstappen questo weekend, portandosi a 47 punti di distacco. Max ha naturalmente ancora in mano il campionato, però se la Red Bull non gli consentisse più di battere nemmeno le Mercedes e Lando magari vincesse qualche gara, la situazione comincerebbe a farsi critica.Più interessante è la situazione in classifica costruttori, perché la Ferrari con la vittoria in Messico ha superato la Red Bull, prendendo il 2° posto con già un bel margine, e ora punta dritta alla prima posizione della McLaren per conquistare il titolo. Ma queste due vittorie consecutive non devono esaltare troppo i tifosi Ferrari: la McLaren rimane comunque la favorita e se non dovesse vincere questo campionato, per quello che abbiamo visto durante l’anno, farebbe una figura non bellissima. Comunque, sarà una avvincente battaglia fino all’ultima gara, sicuramente.

 

VERSO SAN PAOLO

Terminato il weekend del Messico, la Formula 1 non si ferma un attimo: il prossimo weekend saremo ancora in pista, e che pista! Il leggendario Autódromo José Carlos Pace sarà teatro della 4° Edizione del Gran Premio di San Paolo. In Brasile andrà in scena il 5° weekend Sprint della stagione e ci aspetta una tre giorni davvero intensa e avvincente. In un circuito che è sempre stato palcoscenico di battaglie magiche per la gloria, chi sa cosa potrebbe accadere nel bel mezzo della lotta per la conquista di un mondiale così acceso. E dal cielo del suo Brasile, come sempre, Ayrton Senna guarderà i piloti di oggi con tanta ammirazione, perché come lui, e come tutti i suoi colleghi, se sono lì a rischiare ogni volta la vita, a ogni curva, è solo perché hanno un cuore e una passione che trascende ogni limite.