LA FORMULA 1 NELLA TERRA DI SPEEDY
GONZALES
Il rapporto tra la Formula 1 e il Messico
ha avuto una storia non proprio lineare: l’evento messicano fece il suo esordio
nel 1963 e per otto stagioni consecutive rimase una tappa fissa, per poi essere
lasciato in disparte fino al suo ritorno nel 1986; ma anche in quel caso la sua
permanenza durò solo fino al 1992 e per oltre un ventennio non si fece più
ritorno nella terra di Speedy Gonzales; fino al 2015, anno in cui il circus ha
nuovamente visitato il Messico e la permanenza continua ancora tutt’oggi. Nonostante
questo rapporto non lineare, la tappa messicana è sempre stata una delle più
importanti dei vari campionati. Per quattro volte l’Autódromo Hermanos
Rodríguez, sede fissa del Gran Premio, è stato teatro dell’assegnazione del
titolo mondiale piloti (nell’era moderna, Lewis Hamilton ha conquistato qui due
dei suoi sette campionati, nel 2017 e nel 2018), dei primi successi in carriera
per alcuni piloti, come Gerhard Berger, del primo podio della leggendaria
carriera di Michael Schumacher, nel 1992. Ogni volta che la Formula 1 torna in
Messico c’è sempre una gran festa, il pubblico è senza dubbio uno dei più
colorati e rumorosi e l’entusiasmo è palpabile nell’aria. A rendere ancora più
speciale questo evento è il periodo dell’anno nel quale si corre: sempre vicini
ai festeggiamenti per il “Día de los muertos”, una festa molto sentita qui in
Messico, dove la cultura e il rispetto per il ricordo dei cari defunti è
particolarmente importante.
UN CAMPIONATO PAZZESCO SBARCA IN MESSICO
Ci siamo: con il Gran Premio degli Stati Uniti d’America, andato in scena lo
scorso weekend in Texas, entriamo ufficialmente nel rush finale del
Campionato del Mondo di Formula 1 2024. Cinque Gran Premi da qui all’8 dicembre
per assegnare i titoli di Campione del Mondo, sia piloti sia costruttori. E se
il titolo piloti sembra già essere nelle mani di Max Verstappen, che mai come
quest’anno sta dimostrando perché è tre volte Campione del Mondo, il titolo
costruttori sembra più incerto che mai. Dopo la doppietta di forza della Ferrari in
Texas, la lotta nella classifica costruttori si è accesa e ora tre team,
McLaren, Red Bull e Ferrari, sono racchiusi in un fazzoletto di 48 punti, con
ancora disposizione ben 265 punti fino all’ultima gara. Nulla è scritto,
tutto è possibile, crederci è d’obbligo, sognare è lecito per tutti! La McLaren
rimane la favorita d’obbligo, perché ha dimostrato nella parte centrale della
stagione di essere il team di riferimento; ma la grande prestazione della
Ferrari in Texas, che ricordiamo ha vinto anche a Monza e in
Azerbaijan, e a Singapore è stata insieme alla McLaren la monoposto più veloce,
non fa più dormire sogni tranquilli al team di Woking. In tutto questo, la Red
Bull è sicuramente la squadra più in difficoltà e rischia seriamente di terminare
la stagione in 3° posizione, dopo aver letteralmente dominato le prime gare di
questo campionato.
La battaglia per il titolo mondiale continua allora questo weekend, per la
quarta tappa americana della stagione, la seconda della tripletta di gare americane
che ci terrà compagnia fino ad inizio Novembre: l’Autódromo Hermanos Rodríguez,
intitolato ai fratelli Pedro e Ricardo Rodríguez, due piloti di Formula 1
attivi negli anni ’60, ospita la 4° Edizione del Gran Premio di Città del
Messico. La curiosità di questo weekend è che i due team che presumibilmente si
giocheranno questo mondiale costruttori, ossia McLaren e Ferrari, non vincono
in Messico rispettivamente dal 1989 e dal 1990: quest’anno hanno tutte le
possibilità per aggiornare le loro statistiche.
QUALE SARÀ IL FUTURO DI SERGIO PEREZ?
Da tempo ormai un argomento di discussione ricorrente nel mondo della Formula 1
è il futuro di Sergio Perez. Il pilota messicano della Red Bull, purtroppo, non
è mai più uscito dal tunnel di prestazioni negative imboccato lo scorso anno e,
nonostante un inizio di stagione convincente, quando ha saputo garantire alla
squadra tre doppiette nelle prime quattro gare, dopo il podio in Cina è tornato
alle difficoltà che aveva evidenziato nel 2023, soprattutto nel confronto con
il compagno di squadra Verstappen, ma anche con i piloti degli altri top team.
Dalla gara di Imola, Perez non è andato mai oltre la 6° posizione, ottenuta una
sola volta, in Olanda; in tante occasioni è stato l’ultimo tra i piloti top,
quando con la stessa monoposto Verstappen si giocava la vittoria. A sua
discolpa, possiamo dire che la Red Bull non è più una monoposto dominante e,
soprattutto, che il divario tra i quattro top team si è drasticamente ridotto e, a volte, dalla prima all’ottava posizione ci sono davvero pochi decimi. Ma
se la McLaren, pur commettendo errori e sprecando tante occasioni, è riuscita
facilmente ad assumere il comando della classifica costruttori è anche a causa
di un Perez nettamente sotto performante.
Molti, compreso me, si aspettavano che in occasione del Gran Premio di casa
Sergio Perez desse l’annuncio del suo ritiro dalla Formula 1 a partire dal
2025. L’annuncio non è arrivato (ma è questione di tempo), ma si sono sparse
nel paddock alcune voci interessanti sulla situazione. Pare, infatti, che
Franco Colapinto, che è in attività dal weekend di Monza con la Williams, con
le sue ottime prestazioni abbia attirato l’attenzione di Helmut Marko, storico
consulente della Red Bull, e non è escluso che le due parti abbiano cominciato
i contatti. Secondo queste voci, quindi, Perez non sarebbe in griglia
all’inizio della stagione, al suo posto in Red Bull, al fianco di Verstappen,
troveremmo Lawson, mentre in Racing Bulls ci sarebbe Colapinto, al fianco di
Yuki Tsunoda. Ovviamente nulla è ancora ufficiale, quindi aspettiamo conferme,
ma questa soluzione è onestamente molto allettante in vista del prossimo anno.
I ROOKIES PROTAGONISTI DELLA FP1
Durante la prima sessione di prove libere, cinque team hanno affidato una delle
due monoposto a un pilota rookie, nel rispetto del regolamento sportivo: per la
McLaren ha guidato il pilota messicano Patricio O’Ward, attualmente impegnato
nel campionato IndyCar con il team Arrow McLaren; per la Aston Martin ha
guidato Felipe Drugovich, pilota brasiliano membro dal 2022 della Aston Martin
Driver Academy; per la Stake, in pista Robert Swartzman, pilota
russo-israeliano impegnato nel Campionato WEC al volante della Ferrari 499p;
Oliver Bearman è tornato a guidare la Ferrari in una sessione ufficiale dopo la
presenza nel weekend dell’Arabia Saudita; Andrea Kimi Antonelli è tornato al
volante della Mercedes dopo l’esperienza di Monza, questa volta in coppia con
George Russell, suo futuro compagno di squadra. Purtroppo, Bearman ha terminato
la sua sessione dopo poco tempo per un incidente con la Williams di Alexander
Albon, mentre Antonelli è stato il migliore in quanto a tempo sul giro rispetto
agli altri rookies, ma la sua sessione si è concentrata più su un lavoro di
passo gara con gomma hard. Nessun rookie, comunque, è entrato in top 10.
IL TEST GOMME DI PIRELLI
La seconda sessione di prove libere, invece, è stata utilizzata, con un extra
time di 30 minuti, per i test Pirelli. In un calendario così fitto di weekend
di gara, questi test non trovano quasi mai spazio al di fuori dei weekend
ufficiali: ecco perché, diversamente dal passato, vengono effettuati in
occasioni di prove ufficiali. Sono stati fatti lavori di comparazione tra le
gomme attualmente utilizzate, le 2024, e le gomme 2025, che rispetto a quelle
di questa stagione saranno più resistenti e garantiranno una maggiore
stabilità. Il test ha avuto questo format per tutti i team: cinque giri di push
(simulazione di qualifica) e dodici di long run (simulazione di gara); tutte le
monoposto hanno disposto dello stesso quantitativo di carburante. Questi test
sono stati utili anche per testare la C6, una nuova mescola morbida che verrà
introdotta dalla Pirelli il prossimo anno, pensata soprattutto per i circuiti
cittadini, dove quest’anno la C5 non ha espresso il suo massimo potenziale.
NOVITÀ TECNICHE E... DECORAZIONI MESSICANE!
Per questo weekend di Città del Messico sono state McLaren e Racing Bulls a
portare gli aggiornamenti più importanti. Per la McLaren, modifiche al fondo
nella parte posteriore dei canali venturi e al diffusore, quindi un pacchetto
di sviluppi molto importante; anche la Racing Bulls ha modificato la zona del
fondo.
La Williams invece indossa per il weekend del Messico, e anche per quello
successivo in Brasile, una livrea speciale che omaggia i gloriosi successi
degli anni 80-90 e che accosta al blu il giallo del partner argentino Mercado
Libre. Il casco di Franco Colapinto è un omaggio al pilota argentino Carlos
Reutemann, al volante della Williams nei primi anni ’80, quando è stato
protagonista di un vero e proprio sabotaggio da parte del suo team nel 1981 a
Las Vegas, nella gara che lo avrebbe potuto incoronare Campione del Mondo.
Caschi speciali anche per Sergio Perez, un omaggio alla figura dei
“luchadores”, i lottatori di un particolare stile di wrestling nato negli anni
Trenta, e per Carlos Sainz, dedicato al “Día de los muertos” e alla tradizione
culinaria messicana.
Fernando Alonso festeggia questo weekend le sue 400 presenze ad un Gran Premio
di Formula 1, primo pilota nella storia a raggiungere questo grande traguardo.
Per lui un casco dedicato a tale ricorrenza, dorato e con raffigurata una
pellicola cinematografica con tutti i momenti più significativi della sua
memorabile e lunga carriera.