WELCOME TO THE USA!
Nella terra dei cowboy, la stella solitaria del Texas incontra l’adrenalina e
lo spettacolo della massima categoria del motorsport. Nonostante alcuni periodi
di assenza, dal 1958 il Gran Premio degli Stati Uniti d’America è sempre
stata una delle tappe più attese e spettacolari all’interno del Campionato del
Mondo di Formula 1. Durante la permanenza dell’evento in calendario, da
autodromi del calibro di Riverside, Sebring e il celebre Watkins Glen, negli
anni ’80 si è passati a sperimentare circuiti cittadini come Dallas, Detroit e
Phoenix; poi una lunga attesa, fino al ritorno nel 2000 in un circuito
celeberrimo, l’Indianapolis Motor Speedway, che in otto anni ha regalato tante
emozioni ed è stato anche teatro di clamorosi eventi, come la “gara fantasma” del
2005. Dal 2008 al 2011 il circus non ha più messo piede nel Paese a stelle e
strisce, ma nel 2012 un nuovissimo impianto in Texas, denominato “Circuit Of
The Americas” ha permesso ai ruggenti bolidi a ruote scoperte di infiammare di
nuovo il suolo americano, ospitando battaglie serrate per la gloria e
assegnando per due volte il titolo di Campione del Mondo. Ladies and gentlemen, welcome
to the United States of America!
IL CIRCUS SBARCA OLTREOCEANO
La pausa autunnale, se così possiamo definirla, è finalmente giunta ai suoi
titoli di coda. All’orizzonte ci aspettano sei weekend di Formula 1 per
chiudere il Campionato del Mondo 2024, ma soprattutto per incoronare il nuovo
Campione del Mondo, sia tra i piloti sia tra i costruttori. I due mondiali sono
infatti tutt’altro che chiusi e ciò, a sei gare dal termine, non accadeva da
almeno dieci anni, con la fantastica eccezione del 2021: tra i costruttori
McLaren, Red Bull e Ferrari sono racchiuse in 75 punti e, nonostante la prima
sia nettamente in vantaggio dal punto di vista tecnico e prestazionale, può
ancora succedere di tutto; per quanto riguarda i piloti, proprio il fatto che
la McLaren sia la monoposto più performante accende la sfida per il titolo tra
Max Verstappen e Lando Norris, con l’olandese che primeggia in classifica
grazie a un vantaggio di 52 punti sul britannico, che possono sembrare tanti,
ma considerando la forza della McLaren è un gap che Norris è assolutamente
nelle condizioni di chiudere.
Questa bellissima e intensa sfida soggiornerà per quattro weekend consecutivi
nel continente americano, per poi raggiungere il Medio Oriente per il gran
finale in Qatar e Abu Dhabi.
E quindi, proprio questo weekend si riparte con il grande viaggio: il round 19
del Campionato del Mondo di Formula 1 2024 va in scena sul Circuit Of The
America di Austin, in Texas, sotto la denominazione di 45° Edizione del Gran
Premio degli Stati Uniti d’America, secondo dei tre eventi statunitensi della
stagione (preceduto da Miami, precede a sua volta Las Vegas) e terzo evento
americano, contando anche il Canada . Il COTA ospita inoltre il quarto evento
Sprint della stagione, il primo della seconda metà del Campionato. Dopo aver
caratterizzato i fine settimana di Cina, Miami ed Austria, torna dunque
protagonista la Sprint, la gara di 100 km del sabato mattina che, preceduta
dalla qualifica Shootout, porta con sé tanto spettacolo e tante incognite.
Ritroveremo il format Sprint anche in Brasile e in Qatar, dove per quest’anno
farà la sua ultima comparsa.
LE MODIFICHE AL REGOLAMENTO IN VISTA DEL 2025
Alla vigilia del weekend texano, si è tenuta una riunione del World Motor Sport
Council, il Consiglio Automobilistico Mondiale della FIA, l’organo deputato a
stabilire i regolamenti delle categorie gestite dalla FIA, dai kart alla Formula
1. In questa sede sono state prese due decisioni per quanto riguarda la Formula
1 che entreranno in vigore dal 2025. In particolare, dalla prossima stagione
non verrà più assegnato il punto addizionale del giro veloce e ogni team dovrà
far disputare ai piloti rookies quattro FP1, mettendo a loro disposizione per
due volte ciascuna delle due monoposto; fino a quest’anno, le sessioni
obbligatorie erano due. Per quanto riguarda la seconda decisione, l’aspetto
positivo è che i piloti giovani avranno sicuramente più possibilità di
avvicinarsi precocemente alla massima categoria, ma di contro i piloti titolari
avranno due sessioni di prove libere in meno per fare esperienza e per
costruire il weekend di gara (penso soprattutto alle new entry, come Bearman, Antonelli
e Doohan). La decisione riguardo il punto addizionale per il giro veloce è
stata invece fortemente condizionata da ciò che è accaduto lo scorso weekend a
Singapore, quando Daniel Ricciardo ha favorito Verstappen nella lotta mondiale
sottraendo a Norris il punto addizionale. Il punto del giro veloce, in realtà,
è una regola che non ha mai esaltato nessuno, essendo considerato un qualcosa
di superfluo e che dava modo ai team di inventarsi strane strategie come
appunto quella di Ricciardo a Marina Bay.
RENAULT CHIUDE I BATTENTI
Il 30 settembre, dunque otto giorni dopo la gara a Singapore, l’Alpine ha
ufficialmente annunciato la cessazione delle attività del reparto motori
Formula 1 al termine della stagione 2025. Si tratta di un annuncio storico: la
sede Renault di Viry-Chatillon produceva motori per la F1 dal 1977, quando il
team francese fece il suo esordio nel mondiale, diventando negli anni una vera
potenza, in particolare negli anni ottanta con l’avvento dei motori turbo e
vincendo dodici titoli costruttori e undici titoli piloti. Negli ultimi anni,
però, gli obiettivi del team, in particolare quello di scalare la classifica
per tornare ad essere un top team, non sono stati raggiunti ed è stato deciso
di rinunciare all’area motoristica principalmente per una questione di costi e
per concentrare l’attenzione su altri aspetti, in questo momento più importanti
da sviluppare. Lo stabilimento di Viry verrà convertito in centro di eccellenza
ingegneristico e di alta tecnologia. L’Alpine diventerà così dal 2026 un team
cliente, probabilmente di Mercedes. Come riportato da Virgilio.it,
“questa scelta strategica permetterà al team di rimanere competitivo in pista,
affidandosi a uno dei motori più dominanti della F1 moderna e senza dover
sostenere i costi esorbitanti dello sviluppo in proprio”.
Durante la pausa prima di Austin, il team statunitense Haas ha invece
annunciato l’inizio di una partnership tecnica con Toyota Gazoo Racing.
IL RITORNO DI LIAM LAWSON TRA I GRANDI: CHE FUTURO LO ASPETTA?
Quel tanto discusso giro veloce di Daniel Ricciardo a Singapore è stato, come
avevamo già anticipato, l’ultimo della sua carriera. Il pilota australiano,
tornato nel 2023 in Formula 1 per sostituire Nyck De Vries in Alpha Tauri, in
questo anno non è riuscito a tornare ai livelli da pilota top raggiunti durante
le stagioni in Red Bull e in Renault, rimanendo sempre nell’ombra del suo
compagno di squadra, tranne qualche exploit positivo. Quindi, da candidato
favorito al sedile di Sergio Perez in Red Bull è passato ad essere una
delusione e, purtroppo, non si è guadagnato la promozione. Ma non solo: la Red
Bull ha deciso a stagione in corso di non fargli completare il campionato,
lasciando il suo sedile a Liam Lawson. Quello di Ricciardo è apparentemente un
addio alla Formula 1, ma non del tutto, perché rimarrà comunque a disposizione
della Red Bull per qualunque evenienza. A prendere il suo posto, come detto, è
Liam Lawson, pilota ventiduenne neozelandese, una giovane promessa del Red Bull
Junior Team, vincitore della New Zealand Formula Ford nel 2016 e la Toyota
Racing Series nel 2019 e vice-campione della Super Formula nel 2023. Liam nel
2023 aveva sostituito proprio Ricciardo, assente per una frattura al polso,
dall’Olanda al Qatar, andando fortissimo, sorprendendo tutti e cogliendo i suoi
primi punti in carriera a Singapore, dove si era qualificato in Q3 beffando
clamorosamente Max Verstappen, eliminato invece in Q2. Il ritorno di
Lawson in Formula 1 è rilevante non solo per la gestione piloti della Racing
Bulls, ma anche e soprattutto in ottica Red Bull. Sergio Perez, infatti, con le
sue prestazioni non all’altezza di un top team, già dal 2023, è costantemente
sotto esame e rischia sempre più di perdere il sedile man mano che il tempo
passa. Alcune voci dicono che la sua carriera potrebbe terminare con il suo
Gran Premio di casa in Messico e il motivo per il quale la Red Bull non ha
ancora rescisso il contratto sia proprio per aspettare l’evento messicano per
questioni di sponsor e mediatiche. Sta di fatto che, se Perez non migliorerà le
sue prestazioni in queste ultime gare, molto probabilmente non sarà presente in
griglia nel 2025, e questo punta i riflettori sui due piloti della Racing
Bulls, Lawson e Tsunoda, che si giocheranno proprio in queste sei gare la
possibilità di essere nel 2025 compagno di squadra di Max Verstappen.
Il ritorno di Lawson non comincerà, però, nel migliore dei modi: il
neozelandese, infatti, sarà costretto a partire domenica dal fondo della
griglia per la sostituzione di tutti i componenti della Power Unit della sua
Racing Bulls. Vedremo, dunque, l’entità della sua rimonta: sarà già un
bell’esame per lui.
IL CASO T-TRAY: RED BULL SOTTO I RIFLETTORI
Ma veniamo ora all’argomento caldo del weekend: il caso T-Tray. Eravamo in
Azerbaijan quando era scoppiato il caso dell’ala posteriore della McLaren, che
in fin dei conti si è concluso con un accordo tra la McLaren e la FIA che
impedisce al team inglese di utilizzare quella specifica ala in queste ultime
gare.
All'inizio del weekend, su segnalazione dei team fatta dopo la gara di
Singapore, è emerso che un team adotti un sistema nella vettura in grado di
modificare l'altezza dello skid (una tavola posta sotto il fondo) da terra
attraverso il front-bib, un ammortizzatore posto davanti alle ruote anteriori,
nella zona del T-Tray, la parte terminale del plank, in regime di parc fermé,
tra qualifica e gara. Che vantaggi avrebbe questa soluzione? Molto semplice: la
possibilità di variare l’assetto della vettura e renderlo adatto sia per la
qualifica sia per la gara, senza la necessità di trovare un compromesso. Per la
qualifica è ideale avere un’altezza da terra minima, perché il fondo lavora
meglio, mentre in gara la vettura non deve toccare il suolo per non consumare
lo skid e risultare irregolare. Ad uscire allo scoperto è stata la Red Bull,
che ha ammesso di utilizzare questo sistema (che viene azionato manualmente
all’interno dell’abitacolo), ma ha precisato che il dispositivo non è
accessibile una volta che la vettura è assemblata e pronta a scendere in pista.
Non avendo prove tangibili su un eventuale irregolarità commessa, la FIA non ha
potuto sanzionare la Red Bull, perché non può verificare se in passato la Red
Bull abbia effettivamente sfruttato la soluzione per violare il regime di parco
chiuso e non ad esempio per dei rapidi cambi di assetto durante le prove
libere. La Federazione si è quindi limitata a comunicare che verranno
effettuati più controlli per accertarsi che il meccanismo non violi il
regolamento, e cioè che non venga utilizzato in regime di parc fermé. Vedremo
come evolverà la vicenda, ma per il momento il caso si è chiuso con una sorta
di accordo tra la FIA e la Red Bull, anche se la McLaren ha intenzione di non
mollare la presa e continuare le discussioni.
LE NOVITÀ TECNICHE DI MERCEDES, MCLAREN E RED BULL E LE LIVREE SPECIALI
Nonostante il weekend americano sia caratterizzato dal format Sprint, quasi
tutti i team hanno portato aggiornamenti, più o meno grossi, che rappresentano
probabilmente gli ultimi pacchetti della stagione. I più importanti sono quelli
di Mercedes, McLaren e Red Bull.
La Mercedes ha introdotto un nuovo fondo, con l’obiettivo di aumentare le
performance della vettura e riportarsi in lotta per il vertice. Sono presenti
modifiche anche alla sospensione anteriore, all’alettone anteriore e al cofano
motore.
La Red Bull è invece intervenuta modificando le forme della zona della
congiunzione tra il cofano motore e la pancia, e il marciapiede del fondo verso
la zona posteriore.
La McLaren, infine, ha modificato la geometria dell’ala anteriore e delle
sospensioni, per gestire meglio i flussi d’aria.
In occasione di questo fine settimana, alcuni team presentano delle livree
speciali: particolare è quella arancione dell’Alpine, dedicata a Indiana Jones
per accompagnare l’uscita del videogioco “Indiana Jones and the Great Circle”,
e quella della McLaren, cromata. Alexander Albon, per celebrare la sua
100° presenza ad un Gran Premio di Formula 1, indossa un casco speciale, che
riprende le colorazioni del casco da lui utilizzato durante i primi anni nei
kart, con anche una dedica a “The Doctor” Valentino Rossi, suo idolo da sempre.