IL PROFESSORE METTE TUTTI IN RIGA
LE NUOVE SFIDE DEL 1990
Domenica 24 Giugno 1990. L’Autódromo Hermanos Rodríguez di Città del Messico
ospita la 12° Edizione del Gran Premio del Messico, 6° round del Campionato del
Mondo di Formula 1 1990. Dopo la convivenza complicata con Ayrton Senna
all’interno del team McLaren, il francese Alain Prost lascia da Campione del
Mondo in carica il team McLaren per raggiungere niente meno che la Scuderia
Ferrari, insieme alla McLaren la squadra più leggendaria nella storia della
Formula 1. Uscita da un 1989 non esaltante, terminato in 3° posizione alle
spalle dell’imbattibile McLaren e della Williams, con l’ingaggio di Prost la
Ferrari punta a un’immediata rivincita. Al fianco del francese, Maranello
schiera il confermato Nigel Mansell, mentre Gerhard Berger si trasferisce
dall’Italia all’Inghilterra, come compagno di squadra di Senna. Questi quattro
piloti, insieme al brasiliano Nelson Piquet con la Benetton, saranno i
protagonisti assoluti del Campionato del Mondo di Formula 1 1990. Nonostante
ciò, il passato recente, e quel duello
leggendario con l’epilogo da cult di Hollywood avvenuto la stagione precedente
a Suzuka, invita appassionati e addetti ai lavori ad attendere con impazienza e
grande curiosità una nuova terribile battaglia per il titolo tra Senna e Prost,
soprattutto adesso che non sono più compagni di squadra e hanno tutto il
potenziale per dare vita a una lotta ancora più agguerrita, non essendo più
legati a nessuna logica di squadra.
IL RISCHIO DI AYRTON
Nel 1990, tra l’altro, la Formula 1 ha rischiato di non veder gareggiare uno
dei piloti simbolo di quegli anni. Il finale di stagione 1989, quando Senna è
stato squalificato dal Gran Premio del Giappone per aver tagliato la chicane
Casio Triangle dopo lo scontro con Prost, ha dato vita a un mare infinito di
polemiche tra il brasiliano e il presidente della FISA Jean-Marie Balestre:
Senna ha accusato Balestre di aver manipolato l’esito della stagione 1989,
favorendo di fatto Alain Prost. La conseguenza per questa affermazione è
durissima: al brasiliano viene infatti ritirata la superlicenza, necessaria per
correre in Formula 1. Nei mesi di pausa invernale la tensione è palpabile e
alle stelle e la possibilità di non vedere Senna allo start del Campionato 1990
è molto elevata. La diatriba, però, si risolve alla vigilia del nuovo mondiale:
allo scadere dell’ultimatum di Balestre, la McLaren, in accordo con Senna,
presenta una lettera di scuse alla FISA e al brasiliano viene ridata la
superlicenza. Se la situazione non si fosse risolta in questo modo, Ayrton
Senna non avrebbe disputato la stagione e la storia di questo mondiale sarebbe
stata scritta in un modo completamente diverso.
LA STAGIONE 1990: SENNA VOLA, LA FERRARI ARRANCA
Il campionato 1990 vede la sua alba con il Gran Premio degli Stati Uniti
d’America a Phoenix e, per rispondere a tutte le critiche e scrollarsi di dosso
la scomoda diatriba con la FISA, Ayrton Senna è autore di una bellissima gara e
conquista il suo primo successo stagionale, mentre si ritirano, come in un
effetto domino, sia Berger sia i due piloti della Ferrari, Prost e Mansell,
tutti traditi dall’affidabilità delle loro monoposto. Il 1990 di Senna non
poteva avere un inizio più dolce, e il brasiliano assume saldamente il comando
della classifica mondiale. Ma in Brasile la musica cambia: Prost vince a San
Paolo la sua prima gara stagionale, mentre Senna, sconfitto a casa sua, è 3°,
alle spalle anche di Berger. Dopo la bellissima vittoria di Riccardo Patrese
con la Williams ad Imola, Senna, ritiratosi in quella gara, conquista la
vittoria a Monaco e in Canada, prendendo già il largo in classifica. Tra i suoi
rivali, il più costante è Berger, l’unico dei quattro sempre a punti in
Brasile, Imola, Monaco e Canada. Prost, invece, dopo la vittoria a San Paolo
non riesce più a raggiungere il podio, ritirandosi addirittura a Monaco, mentre
Mansell coglie il podio a Montréal, ma si ritira ad Imola e a Monaco.
LA SITUAZIONE IN CLASSIFICA PRIMA DEL MESSICO
Al termine del Gran Premio del Canada, 5° round stagionale, la situazione in
classifica mondiale vede Ayrton Senna comandare, con un vantaggio di 12 punti
sul suo compagno di squadra Gerhard Berger; a causa del complicato avvio di
stagione, Alain Prost è 3°, distante 17 punti dal rivale Senna, mentre Nigel
Mansell è addirittura 8°, con appena sette punti. In classifica costruttori
domina la McLaren, con 50 punti all’attivo, mentre la Ferrari, 2° a quota 21,
più di attaccare la posizione, deve guardarsi le spalle dalla Williams, dalla
Benetton e anche dalla Tyrrell; queste quattro squadre sono racchiuse in un
fazzoletto di sette punti.
Con un mondiale che sorride alla McLaren e a Senna, il circus raggiunge
l’America Centrale: l’Autódromo Hermanos Rodríguez ospita la 12° Edizione del
Gran Premio del Messico.
PRE-QUALIFICHE E QUALIFICHE: DISASTRO PER PROST
Il weekend messicano comincia il venerdì mattina con lo scoglio delle
pre-qualifiche, in cui nove piloti si giocano la possibilità di continuare
l’avventura. I quattro piloti che si aggiudicano la qualificazione sono i due
della Larrousse, Éric Bernard e Aguri Suzuki, il pilota della EuroBrun Roberto
Moreno e Oliver Grouillard della Osella.
I piloti Larrousse riusciranno a qualificarsi anche per la gara domenicale, ma
non senza fatica: entrambi, infatti, sono coinvolti in incidenti durante la
sessione di prove libere del sabato mattina, traditi dalla pista scivolosa. Per
quanto riguarda i big, invece, è Alain Prost il più in difficoltà: il francese
non ha praticamente preso parte alla prima sessione di prove per via di
problemi tecnici alla sua Ferrari e durante il secondo turno non prova mai le
gomme da qualifica. Ne consegue che la sua prestazione nelle Qualifiche non sia
proprio eccelsa, anzi, è molto deludente: in griglia di partenza sarà solo 13°,
lontano dai suoi diretti rivali e costretto ad inventarsi una grande rimonta
per rimanere aggrappato alla lotta per il titolo.
Si aggiudica la pole position Gerhard Berger con la McLaren, seguito da uno
splendido Riccardo Patrese con la Williams, mentre in seconda fila si
affiancano Ayrton Senna e Nigel Mansell, con la prima delle due Ferrari. Nelson
Piquet, invece, è solo 9° con la sua Benetton e, tra i piloti big, è quello più
vicino a Prost.
MODIFICHE IN EXTREMIS
A Città del Messico cala la notte e il giorno dopo il bel tempo accoglie il
risveglio dei piloti e dei loro team. Durante il warm-up della domenica
mattina, la situazione per Prost non sembra migliorare: con la sua Rossa fa
segnare soltanto l’8° tempo, lontanissimo dalle prestazioni della McLaren. Se
c’è un pilota da temere in gara, però, quello è senz’altro Alain Prost, che, se
necessario, è capace perfino di sacrificare la qualifica per assicurarsi di
avere l’assetto perfetto per la lunga distanza e stupire tutti in gara. Il
francese chiede, oltretutto, al suo ingegnere di pista di bilanciare la sua vettura
in modo da avere un piccolo vantaggio di velocità di punta in rettilineo:
superare gli avversari che si trova davanti, e sono veramente tanti, non sarà
un compito semplice, neanche per un animale da gara come Prost. Tutti questi
aggiustamenti alla Ferrari del Campione del Mondo in carica vengono completati
direttamente in griglia di partenza, al limite dello scadere del tempo
consentito ai meccanici per mettere mano sulle monoposto.
LA PARTENZA E I PRIMI GIRI: LA MCLAREN DETTA LEGGE
Alle 14 ora locale un commissario in fondo alla griglia sventola la bandiera
verde e i semafori dell’Autódromo Hermanos Rodríguez si accendono uno ad uno a
ritmo regolare, per poi spegnersi tutti insieme improvvisamente: è il via della
12° Edizione del Gran Premio del Messico.
Gerhard Berger non ha un buon scatto al via e viene sfilato da Riccardo
Patrese, che assume la leadership con la sua Williams, e anche dal suo compagno
di squadra Ayrton Senna. Il sogno del pilota italiano però dura soltanto un
giro: le due McLaren, infatti, lo passano sul rettilineo dei box; Senna prende
il 1° posto e Berger è 2°. Nigel Mansell, intanto, è rimasto 6°, e anche Alain
Prost è ancora 13°, per ora. Le McLaren imprimono subito un ritmo forsennato
alla gara, cominciando una vera e propria cavalcata verso la vittoria. Nelson
Piquet e Thierry Bousten salgono 3° e 4° superando Patrese, ora facile preda
anche di Mansell, con una Williams evidentemente inferiore rispetto alle altre
monoposto.
SI SCALDA ALAIN PROST: COMINCIA LA RIMONTA
Intanto, Prost comincia la sua rimonta e, dopo aver superato quattro avversari,
tra cui il connazionale Jean Alesi, si trova già ai margini della zona punti,
mentre al 13° passaggio Berger torna ai box per cambiare le gomme, dopo aver
accusato dei problemi di aderenza dovute alle sollecitazioni, in particolare
nella zona della curva Peraltada, lasciando strada libera a Piquet, che sale
3°; ma il brasiliano viene ben presto passato dalla Ferrari di Mansell. Senna
viene avvisato del problema avuto da Berger ma decide comunque di proseguire,
forte del grande vantaggio accumulato. Prost, a questo punto, è già 6°, ma
adesso davanti a lui trova Mansell, il suo compagno di squadra, un pilota
notoriamente tosto da sorpassare; e infatti, per un po’ di giri, la furiosa
rimonta di Prost si placa. Il “leone inglese” supera successivamente le due
Williams di Patrese e Bousten, salendo così 2° alle spalle di Senna. Prost non
è da meno e in breve tempo anche lui sopravanza le Williams e sale 3°. A questo
punto siamo al 42° giro dei 69° previsti e la classifica vede Senna dominare,
con 18 secondi di vantaggio su Mansell e 24 su Prost.
PROST ALL'ATTACCO DI MANSELL
Senna, però, non si è ancora fermato ai box e la sua gestione gomme non è stata
proprio ottimale: il brasiliano comincia ad avere seri problemi di degrado e le
due Ferrari si mettono in modalità “caccia grossa”. Mansell gira ormai un
secondo più veloce di Senna, ma dietro di lui Prost tiene un ritmo infernale,
addirittura due secondi più rapido del brasiliano. Al 45° giro è ormai alle
calcagna di Mansell e sul rettilineo dei box approfitta di un doppiato che
rallenta l’inglese per attaccare e superare in staccata l’inglese, portandosi
in 2° posizione.
SENNA SI ARRENDE
A questo punto, Prost ha un solo obiettivo, l’ultimo compito da svolgere:
prendere la McLaren di Senna. La sua rimonta è inarrestabile, guadagna ancora
ogni giro circa due secondi sull’acerrimo nemico brasiliano e al 58° giro è già
sotto i tre secondi di distacco. Il sorpasso sembra essere inevitabile, ma
Prost non si prende rischi inutili, da buon calcolatore, e attende il momento
propizio. In questo modo, però, il francese perde tutto il vantaggio accumulato
su Mansell, che si accoda al suo compagno di squadra formando un terzetto in
lotta per la vittoria. Prost, allora, capisce che non può più pazientare dietro
Senna e alla prima occasione utile lo supera in fondo al rettilineo,
completando così una rimonta da urlo. Il giro dopo, anche Mansell supera Senna,
ma poi sbaglia e va lungo in una curva. Il brasiliano si riprende la posizione,
ma ecco il colpo di scena. Lo pneumatico posteriore destro della McLaren
esplode: Ayrton Senna è costretto al ritiro dalla gara.
BANDIERA A SCACCHI: IL PROFESSORE METTE TUTTI IN RIGA!
Al 69° giro cala la bandiera a scacchi sull’Autódromo Hermanos Rodríguez: Alain
Prost vince la 12° Edizione del Gran Premio del Messico, grazie a una rimonta
incredibile. Il “Professore” è salito in cattedra e ha messo tutti in riga,
dimostrando ancora una volta tutto il suo talento, ma soprattutto una grandiosa
visione di gara e gestione gomma. Nigel Mansell completa la doppietta Ferrari,
impensabile in quella domenica messicana, e con l’unica McLaren al traguardo
Gerhard Berger sale sul podio assieme ai due alfieri del Cavallino Rampante.
In griglia di partenza, prima del via della gara, Prost aveva dato un foglietto
al suo ingegnere di pista. Su quel foglietto c’era scritto: “non preoccuparti,
vincerò la gara!”.
LO SPETTACOLO DEL POST MESSICO
Grazie al trionfo in Messico, il mondiale di Alain Prost cambia completamente
faccia: il francese vincerà ancora tre gare e conquisterà altri quattro podi,
fino ad arrivare in Giappone a giocarsi con Ayrton Senna il titolo di Campione
del Mondo. Ma a Suzuka, quel giorno, Senna si vendicherà amaramente di quanto
era accaduto l’anno prima, e nessuno avrà il coraggio di mettere in discussione
il suo trionfo mondiale.