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Appuntamento con la Storia: Gran Premio d'Italia 1988

Di Giovanni Nulchis

L’ULTIMO MIRACOLO DEL DRAKE


MCLAREN MARZIANA NEL 1988

Domenica 11 Settembre 1988. Autodromo Nazionale di Monza. Il “Tempio della Velocità” ospita la 59° Edizione del Gran Premio d’Italia, 12° round del Campionato del Mondo di Formula 1 1988. Dopo due campionati vinti dalla Williams, la McLaren torna ad essere la monoposto di riferimento per tutti, e lo fa così bene che risulta imbattibile: su dieci gare disputate, la MP4/4 conquista dieci vittorie, di cui otto doppiette. Non c’è storia: la McLaren sta portando avanti il dominio più schiacciante nella storia della Formula 1. Al volante ci sono Alain Prost, il Campione del Mondo del 1986, in squadra dal 1984, e il giovane fenomeno brasiliano Ayrton Senna, al suo primo anno in squadra dopo aver corso per la Toleman nel 1984 e per la Lotus dal 1985 al 1987, anni in cui ha impressionato tutti con il suo talento, grazie al quale è stato capace di imprese che rimarranno per sempre nella storia. La situazione piloti della McLaren, dunque, da un lato è potenzialmente un vantaggio enorme sulla concorrenza, dato che Senna e Prost sono due tra i piloti più forti del momento, seppur molto diversi caratterialmente (Prost “Il Professore”, calcolatore preciso e pignolo, Senna “The Magic”, velocissimo, spericolato ed estremamente talentuoso), dall’altro potrebbe rivelarsi una grossa gatta da pelare per quanto riguarda la gestione degli stessi, dato che entrambi sono praticamente allo stesso livello. Ma la gestione piloti per il 1988 non sembra più di tanto un problema (lo sarà eccome, invece, l’anno successivo). La monoposto è un missile imbattibile e i due si spartiscono tutte le prime dieci vittorie, anche se, nonostante la squalifica in Brasile e il ritiro a Monaco (dopo una pole position extraterrestre), Senna comincia a fare la voce grossa e, dopo il trionfo ad Imola, infila ben sei vittorie quasi consecutive, lasciando a Prost, già vincente in Brasile, a Monaco e in Messico, la gioia di trionfare in Francia davanti al suo pubblico. 

 GLI ALTRI TEAM: FERRARI IL MIGLIORE 

Va bene: abbiamo capito che la McLaren è ingiocabile e nessuno può sottrarle di mano il Campionato. Ma gli altri team? Il migliore è di gran lunga la Ferrari: la F1/87 (seguita poi dalla 88C), guidata da Gerhard Berger e Michele Alboreto si pone fin da subito come seconda forza alle spalle della McLaren, con l’austriaco capace di conquistare quattro podi contro i due dell’italiano. Certo, per un team blasonato come la Ferrari, non poter lottare per le vittorie è motivo di frustrazione, ma considerati i disastri del recente passato, questa situazione in fin dei conti è positiva. Gli altri due team in grado di conquistare dei podi, oltre McLaren e Ferrari, sono la Benetton, con i due podi ottenuti da Thierry Bousten in Canada e a Detroit (quando la Ferrari è protagonista di due doppi ritiri consecutivi) e l’unico ottenuto da Alessandro Nannini in Gran Bretagna, e la Lotus, grazie ai due podi in Brasile e a San Marino ottenuti da Nelson Piquet, il Campione del Mondo in carica.

 

LA SITUAZIONE IN CLASSIFICA ALLA VIGILIA DI MONZA

A fine Agosto, in occasione del Gran Premio del Belgio, grazie all’ottava doppietta stagionale con la terza vittoria consecutiva di Senna, la McLaren si laurea Campione del Mondo Costruttori, con un vantaggio di 103 punti sulla Ferrari. La situazione in classifica piloti, però, è tutt’altro che definita: dopo essere arrivati a pari punti nella gara precedente in Ungheria, Senna e Prost si ritrovano a tre punti di distanza a favore del brasiliano e la lotta è intensa e bellissima; tra gli “umani” il migliore si conferma Berger, 3° davanti a Piquet e Alboreto.

 CIAO ENZO... LA SCOMPARSA DEL DRAKE

Durante la pausa estiva, quindi prima del weekend del Belgio, uno degli uomini più iconici del XX secolo muore: Enzo Ferrari, il Drake, il padre della Scuderia Ferrari da lui fondata nel 1947, si spegne all’età di 90 anni nella sua Modena, circondato dall’affetto dei suoi cari. Negli ultimi anni di vita, Enzo non ha potuto gioire tanto per i successi della sua amata squadra di Formula 1: l’ultimo titolo mondiale piloti risale al 1979 con Jody Scheckter e, nonostante i due titoli costruttori del 1982 e del 1983, gli anni ’80 sono stati un decennio alquanto magro in quanto a risultati. Anche in quel 1988, come abbiamo visto, la Ferrari è, sì, capace di salire più volte a podio, ma ben lontana dalle vittorie e dalla McLaren; ritornare al successo in quella stagione per onorare il ricordo del grande capo è il desiderio di tutti gli uomini del team Ferrari, ma è un’impresa impossibile battere Prost e Senna, e infatti in Belgio, la prima gara dopo la morte di Enzo, la McLaren domina ancora.

 LA PRIMA MONZA SENZA ENZO FERRARI: LA FERRARI SOGNA IL TRIONFO 

Dopo il soggiorno belga, la Formula 1 raggiunge la Lombardia per la disputa dell’undicesima gara della stagione: il “Tempio della Velocità”, l’Autodromo Nazionale di Monza, il circuito più amato dal Drake, ospita la 59° Edizione del Gran Premio d’Italia. È il primo Gran Premio d’Italia senza Enzo Ferrari in vita ed è per questo un weekend molto emozionante, sia per il pubblico, la Marea Rossa, sia per tutta la squadra. Ma per incorniciare questo fine settimana così intenso servirebbe un trionfo, trionfo che appare come un miraggio, davvero impossibile.

 NELLE QUALIFICHE DOMINA LA MCLAREN 

Le Qualifiche del sabato sono l’ennesimo dominio McLaren: Ayrton Senna conquista una pole position di puro talento, la sua decima in stagione, con un vantaggio di tre decimi sul suo compagno di squadra Alain Prost. Seguono le due Rosse, con Gerhard Berger, 3° a sei decimi dal tempo pole, e Michele Alboreto 4°, con un distacco che eccede di poco il secondo. Chiudono la top 10 le due Arrows di Eddie Cheever e Dereck Warwick, la Lotus di Nelson Piquet, le due Benetton di Thierry Bousten e Alessandro Nannini e la Williams di Riccardo Patrese. Insomma: anche a Monza la McLaren domina in modo assoluto e tutti sanno che il risultato di quella gara è già scritto, nessuno si immagina nulla di diverso dalla solita doppietta di Woking.


 ARRIVA IL GIORNO DI GARA

Cala la notte a Monza e la mattina seguente l’Italia si sveglia accolta da una giornata di sole. Le emozioni sono tantissime: nonostante quelle due McLaren irraggiungibili, l’atmosfera all’interno del box Ferrari e sulle tribune del circuito è molto particolare. L’obiettivo della Rossa è, come sempre, ottenere il massimo risultato possibile, nella migliore delle ipotesi un podio, che sarebbe comunque una grandissima soddisfazione. Il desiderio di dedicare un trionfo alla memoria del Drake deve fare i conti con la cruda realtà di quel 1988.

 LA PARTENZA: SENNA E PROST VOLANO VIA

Dopo il momento immancabile dell’Inno di Mameli cantato a squarciagola da tutti i tifosi presenti sulle tribune, è il momento di fare sul serio. Al termine del giro di formazione, un commissario in fondo alla griglia sventola la bandiera verde e i cinque semafori dell’Autodromo Nazionale di Monza si accendono uno ad uno a ritmo regolare, per poi spegnersi tutti insieme improvvisamente: è il via della 59° Edizione del Gran Premio d’Italia. Al via è tutto regolare: Ayrton Senna tiene il comando davanti ad Alain Prost e alle due Ferrari di Gerhard Berger e Michele Alboreto. La gara sembra ormai già decisa: la McLaren avanza spedita verso la nona doppietta stagionale, costruendo già nei primi giri un vantaggio considerevole. Ma l’equilibrio perfetto di Woking è destinato a rompersi.

 PRIMO CLAMOROSO COLPO DI SCENA: PROST FONDE IL MOTORE 

Al 35° giro dei 51 previsti ecco il primo grande colpo di scena di quella domenica: Alain Prost, che si trovava tranquillamente dietro Ayrton Senna fino a quel momento, è costretto al ritiro per un problema al motore. Ed è già una notizia alquanto scioccante per il 1988: si tratta infatti del terzo ritiro stagionale per la McLaren, il primo a causa di un problema di affidabilità. Sulle tribune il pubblico rivolge a Berger e Alboreto urla di incitamento, perché il ritiro del francese porta entrambe le Ferrari clamorosamente in zona podio. Ma davanti alle Rosse, con un vantaggio enorme, c’è l’irraggiungibile Ayrton Senna, in pieno controllo della corsa e lanciato ormai verso un successo sicuro, che lo metterebbe nelle condizioni di avere già una mano sul titolo iridato. 

 L'INCREDIBILE DISFATTA MCLAREN: DOPPIAGGIO FATALE PER SENNA

Siamo al giro 49: due giri al termine della gara. Senna si appresta a doppiare la Williams di Jean-Louis Schlesser, chiamato in quel weekend dalla squadra di Groove per sostituire Nigel Mansell, ancora debilitato dalla varicella. Senna potrebbe effettuare il sorpasso con calma, dato l’enorme vantaggio sulle Ferrari, ma si fa prendere dalla foga: lui ha fretta. Nel tentativo di doppiaggio alla Prima Variante, Senna, a causa di un’incomprensione, entra in collisione con Schlesser, salta sulla gomma anteriore sinistra della Williams del francese e va in testa-coda. La sua McLaren sale sopra il cordolo e rimane incastrata: il brasiliano non può più ripartire. Ayrton Senna è clamorosamente costretto al ritiro dalla gara. Le due McLaren MP4/4, assolute dominatrici del 1988, sono entrambe incredibilmente fuori dai giochi per la conquista del Gran Premio d’Italia. 

 

È UN MIRACOLO!  

Le due Ferrari si appropriano così delle prime due posizioni: un tappeto rosso si stende lungo tutto l’Autodromo Nazionale di Monza. Gli ultimi giri sono colmi di emozione per tutto il pubblico di Monza. È un miracolo! Il calore dei tifosi italiani accompagna i due alfieri rossi in una emozionante parata trionfale.

 L'ULTIMO MIRACOLO DI ENZO FERRARI 

Al 51° giro cala la bandiera a scacchi sull’Autodromo Nazionale di Monza: Gerhard Berger vince la 59° Edizione del Gran Premio d’Italia, davanti al suo compagno di squadra Michele Alboreto e alla Arrows di Eddie Cheever, che conquista il 6° podio in carriera e il secondo nella storia della Arrows. La Ferrari conquista dopo nove anni, in modo assolutamente inaspettato e impronosticabile, la doppietta in Italia, e interrompe la striscia di undici vittorie consecutive della McLaren di Senna e Prost, traditi dall’affidabilità e dal fato in quella domenica italiana.  Sul podio, davanti alla marea Rossa, Gerhard Berger esclama queste parole: “Lassù qualcuno ci ama!”. Enzo Ferrari, a meno di un mese dalla sua scomparsa, aveva compiuto il suo ultimo miracolo.