INTRODUZIONE: UNA FERRARI TORNATA UMANA
Domenica 24 Agosto 2003. L’Hungaroring di Mogyoròd, nei pressi di Budapest, è
teatro della 18° Edizione del Gran Premio d’Ungheria 🇭🇺, 13° e quart’ultima
tappa del Campionato del Mondo di Formula 1 2003. Siamo in piena era Ferrari,
ma, mentre il 2002 ha visto il dominio assoluto e incontrastabile del Cavallino
Rampante soprattutto con Michael Schumacher (peggior risultato stagionale il
terzo posto ad Indianapolis, e 11 vittorie su 16 gare), nel 2003, a causa dei
vari cambi di regolamento, la Ferrari è molto più umana, non è più su un altro
pianeta rispetto agli avversari. L’inizio dell’anno per la Rossa, se paragonato
a quello della scorsa stagione, è un disastro: nelle prime tre gare, l’unico
podio arriva in Malesia, grazie al 2° posto di Rubens Barrichello, mentre il
Kaiser ottiene come miglior risultato un 4° posto a Melbourne.
I GIOVANI FENOMENI EMERGONO
L’outsider delle prime tre gare è il giovane finlandese Kimi Raikkonen, alla
sua terza stagione in Formula 1, che si dimostra il pilota più costante con la
sua McLaren: Kimi arriva 3° in Australia, 2° in Brasile, mentre in Malesia
stupisce tutti conquistando la sua prima vittoria in carriera. Assieme a
Raikkonen, un altro giovane pilota dà prova del suo talento straordinario. Dopo
un mediocre 2001 con la Minardi, all’esordio in Formula 1, e un 2002 trascorso
“in panchina” come terzo pilota Renault, il ventiduenne spagnolo Fernando
Alonso viene promosso da Flavio Briatore come pilota titolare per il team
francese. La scelta del manager italiano si dimostra subito azzeccata: in
Australia Alonso arriva 6°, in zona punti alla sua prima gara, ma sono i due
podi in Malesia e in Brasile a confermare tutta la sua velocità.
LA RINASCITA DELLA FERRARI: ARRIVA LA F2003-GA
Dopo la pazza gara corsa a San Paolo, con la vittoria inaspettata di Giancarlo
Fisichella con la Jordan, il circus raggiunge Imola per dare il via alla
stagione europea, e la Ferrari risorge: Michael Schumacher ottiene cinque podi
consecutivi, di cui quattro vittorie, mentre Barrichello arriva 3° a San
Marino, in Spagna e in Austria. La Rossa sembra aver ingranato un’altra marcia,
anche grazie all’esordio in pista a Barcellona della F2003-GA (il Cavallino
aveva infatti disputato le prime gare stagionali con una versione aggiornata
della F2002). Ma a questo cambio di passo della Ferrari risponde la grande
costanza degli avversari, in particolare Raikkonen, quasi sempre a podio (salvo
ritiri), e Juan Pablo Montoya, il colombiano della Williams, che da Monaco alla
Germania è sempre a podio, vincendo proprio queste due gare. Anche la stagione
di Alonso non è affatto male: dopo i primi due podi iniziali, arriva per il
pilota di Oviedo uno splendido 2° posto a casa sua, in Spagna, e nelle
successive tappe, salvo ritiri, arriva sempre a punti. Il mondiale, quindi, è
molto acceso e combattuto: se nel 2002 la Ferrari e Schumacher avevano già
messo in cassaforte il titolo all’inizio dell’estate, nel 2003, all’indomani
del Gran Premio di Germania 🇩🇪,
la Rossa è, sì, in testa alla classifica, ma con soli due punti di vantaggio
sulla Williams e 17 sulla McLaren, mentre Schumacher comanda tra i piloti con
un misero vantaggio su Montoya e Raikkonen: i tre sono racchiusi in un
fazzoletto di nove punti.
SI VOLA A BUDAPEST E FERNANDO ALONSO DOMINA LE QUALIFICHE
Con questa situazione di campionato si viaggia verso Budapest per la disputa
del Gran Premio d’Ungheria 🇭🇺,
13° tappa del mondiale, in scena sul tortuoso Hungaroring. Come nel precedente
weekend in Germania, anche in Ungheria il grande caldo favorisce i gommati
Michelin rispetto ai gommati Bridgestone. In qualifica, infatti, le due Ferrari
sono le uniche Bridgestone in top 10 e il risultato è alquanto deludente,
soprattutto per il Kaiser, solo 8°, dietro Raikkonen, mentre Barrichello riesce
a fare un po’ meglio, ma è pur sempre 5°, lontano mezzo secondo dal tempo pole;
il brasiliano si qualifica dietro la Williams di Montoya e davanti alla Renault
di Jarno Trulli. Ma il sabato di Budapest ha un solo dominatore: con un giro
stratosferico il giovane prodigio spagnolo Fernando Alonso conquista con la sua
Renault la seconda pole position della stagione, rifilando un distacco di tre
decimi alla Williams di Ralf Schumacher. A stupire tutti è anche Mark Webber
(al suo secondo anno in Formula 1), splendido 3° con la sua Jaguar, ad
eguagliare la prestazione ottenuta nel Gran Premio del Brasile 🇧🇷.
LA CALMA PRIMA DELLA TEMPESTA
Cala la notte sull’Hungaroring, una notte speciale per Fernando Alonso,
colma di pensieri e speranze. Sicuramente la pole position è un grande traguardo,
ma la regola della Formula 1 è chiara: il grosso del risultato lo si costruisce
in gara, dalla partenza fino alla bandiera a scacchi; tutto deve essere
perfetto, ogni curva, ogni cambio marcia, ogni sosta ai box. Inoltre, per il
pilota spagnolo, non è semplice gestire la pressione di quell’attesa: per la
prima volta nella sua giovane carriera ha a disposizione la monoposto per
vincere e, se riuscisse nell’impresa, diventerebbe, con i suoi 22 anni, il più
giovane vincitore di un Gran Premio di Formula 1.
Una calda mattina di fine Agosto accoglie il risveglio dei piloti, che si
apprestano a raggiungere il circuito per i preparativi del pre-gara. Al termine
del giro di formazione, alle 14 ora locale, un commissario in fondo alla
griglia sventola la bandiera verde e i cinque semafori dell’Hungaroring si
accendono uno ad uno a ritmo regolare, per poi spegnersi tutti insieme
improvvisamente: è il via della 18° Edizione del Gran Premio d’Ungheria 🇭🇺.
LA PARTENZA: ALONSO VOLA VIA
Fernando Alonso ha uno scatto perfetto e tiene il comando della gara anche dopo
le prime curve, mentre le due Williams, partendo dal lato sporco della griglia,
scivolano un po’ indietro; così Mark Webber si ritrova come primo inseguitore
di Alonso, seguito dalla Ferrari di Rubens Barrichello e da Kimi Raikkonen. Con
la sua Williams, Ralf Schumacher incappa in un testa-coda in curva 2 e riparte
in fondo al gruppo. Anche Barrichello, nel tentativo di superare il più lento
Webber, si gira e riparte 5°, dietro Raikkonen e Jarno Trulli. La Jaguar del
giovane australiano non ha la velocità della Renault di Alonso, ma Webber è
tenace e combattivo: ciò favorisce la fuga di Alonso, che guadagna in pochi
giri un grande vantaggio sugli inseguitori, mentre Webber fa la sua gara e
rallenta tutti alle sue spalle.
I PRIMI PIT STOP: RAIKKONEN ALLE SPALLE DI ALONSO, MA LONTANO
Al 13° giro è tempo di pit stop per i due battistrada, mentre Raikkonen resta
in pista per altri due giri: con questa mossa il finlandese riesce a prendere
la posizione su Webber, ponendosi così come primo inseguitore di Alonso, che
però ormai viaggia in solitudine, con un vantaggio che rasenta i venti secondi.
Poco più tardi, a causa del cedimento della sospensione posteriore della sua
F2003-GA, Barrichello è costretto al ritiro, mentre in rimonta Ralf Schumacher
arriva a sopravanzare il fratello Michael: per la Ferrari non è proprio
giornata. Dopo la serie dei secondi pit stop, Alonso tiene senza problemi il
comando della gara con dietro sempre Raikkonen, mentre Webber subisce il
sorpasso da parte di Juan Pablo Montoya. Michael Schumacher, intanto, effettua
il suo rifornimento, ma rimane senza benzina all'ingresso della pit lane,
perdendo parecchio tempo e rientrando in pista in 8° posizione, alle spalle di
David Coulthard, con la McLaren, e Trulli: ciò distrugge ulteriormente la corsa
della Ferrari.
TERZA FASE DI GARA
Nella terza fase di gara, il più veloce in pista è Montoya con la sua Williams,
ma recuperare lo svantaggio su Raikkonen e soprattutto Alonso è un’impresa
ardua; Ralf Schumacher passa intanto Webber per la 4° posizione e cerca di
recuperare terreno su Montoya, che si trova però molto distante. Coulthard, con
la terza sosta ai box, recupera altre due posizioni e sale 5°, dietro le due
Williams e davanti a Webber e Trulli, a conferma di un’ottima gara.
ULTIMI GIRI: FERNANDO SOGNA L'IMPRESA E DOPPIA MICHAEL SCHUMACHER
Siamo ormai agli ultimi giri di gara e davanti a tutti la Renault di Alonso
domina con circa 16 secondi di vantaggio sulla McLaren di Raikkonen. Per il
giovane catalano questi giri sembrano eterni, sembrano non dover finire mai.
Fino a questo momento tutto è andato nel verso giusto, tutto è stato perfetto,
ma rimane da compiere ancora un piccolo sforzo per portare a casa il primo trofeo
d’oro della sua storia da pilota. Il ritmo di Alonso non rallenta nemmeno per
un giro e lo spagnolo arriva a doppiare il suo compagno di squadra Trulli e,
addirittura, il Campione del Mondo in carica Michael Schumacher, al volante di
una Ferrari irriconoscibile. Per lo spagnolo è ormai fatta, solo poche curve lo
separano dalla gloria.
BANDIERA A SCACCHI: FERNANDO ALONSO COMPLETA LA MAGIA
Al 70° giro cala la bandiera a scacchi sull’Hungaroring: Fernando Alonso vince
con la sua Renault la 18° Edizione del Gran Premio d’Ungheria 🇭🇺, cogliendo la sua prima
vittoria in carriera dopo un dominio da vero fuoriclasse, davanti alla McLaren
di Kimi Raikkonen, che sogna il titolo mondiale, nonostante la sua giovane età,
e alla sconfitta Williams di Juan Pablo Montoya. Il campionato è ora più aperto
che mai: la Ferrari, con una gara disastrosa, perde la testa della classifica
in favore della Williams ed è sotto attacco da parte della McLaren, mentre
Michael Schumacher difende ancora la prima posizione tra i piloti, ma
minacciosi riducono il loro vantaggio Montoya e Raikkonen: a tre gare dal
termine nulla è ancora scritto.
EPILOGO: È NATA UNA NUOVA STELLA
Ma la festa, in quella domenica di Budapest, è tutta per Fernando Alonso, la
nuova stella della Formula 1. Con una gara pazzesca, il ragazzino di Oviedo
dimostra a tutto il mondo di avere la stoffa del campione e, infatti, questa
sua prima vittoria in carriera, arrivata dopo una pole position e un dominio
schiaccianti, è solo un antipasto della leggendaria carriera di Fernando
Alonso, colui che nel 2005 coglierà per primo l’opportunità di laurearsi
Campione del Mondo quando ormai l’era Schumacher si avvierà verso il tramonto.