INTRODUZIONE: MCLAREN FORTE, MA LA FERRARI
SOGNA
Domenica 30 Agosto 1998. Il leggendario Circuit National de Francorchamps è
teatro della 49° Edizione del Gran Premio del Belgio, 13° appuntamento del
Campionato del Mondo di Formula 1 1998. Dopo la controversa e bizzarra vittoria
di Michael Schumacher in Gran Bretagna, con il passaggio in pit lane all’ultimo
giro, la McLaren torna ad essere la monoposto da battere e conquista due
doppiette consecutive in Austria e Germania, entrambe con un trionfante Mika Hakkinen,
ma la Ferrari continua a sognare il mondiale, grazie alla splendida vittoria di
Schumacher in Ungheria davanti a David Coulthard, mentre Hakkinen è solo 6°.
I TEST DI MONZA: LA FERRARI SEMBRA RINATA
Si arriva così alla vigilia della 13° gara stagionale, in programma a
Spa-Francorchamps, con un duello acceso in classifica piloti tra Hakkinen e
Schumacher, separati da soli sette punti a favore del finlandese, mentre nei
costruttori la Ferrari insegue ancora a distanza la McLaren con uno svantaggio
di 23 punti, non troppi ma nemmeno così pochi da riaprire il mondiale. Nella
pausa tra la gara di Budapest e il weekend belga, hanno luogo a Monza dei test
privati, ai quali partecipano Ferrari, McLaren, Jordan e Williams. La scuderia
di Maranello porta in pista delle nuove soluzioni tecniche ed aerodinamiche,
tra le quali un passo più lungo e un nuovo motore, che dovrebbero rendere la
F300 più competitiva nei circuiti veloci come Spa e, per l’appunto, Monza.
Il circus giunge quindi in Belgio con una Ferrari speranzosa di tenere testa
alle McLaren e battagliare con loro per la vittoria. Gli aggiornamenti portati
ora in un weekend ufficiale sembrano subito funzionare: nelle prove libere del
venerdì la Rossa vola, con Schumacher che stampa giri veloci su giri veloci.
MA LA MCLAREN DOMINA LE QUALIFICHE
Ma al sabato la musica cambia. Le McLaren, evidentemente un po’ nascoste
durante le prove libere, dominano le Qualifiche, infliggendo distacchi pesanti
alla concorrenza. Mika Hakkinen si aggiudica la pole position, la 9° stagionale
per lui, e David Coulthard è subito alle sue spalle, 2° a meno di due decimi.
Le Ferrari soffrono non si poco sul giro secco, venendo infatti battute dalla
sorprendente Jordan di Damon Hill, che si piazza 3°: Michael Schumacher è 4°, a
un secondo e tre decimi dalla pole, seguito dal suo compagno di squadra
Eddie Irvine, mentre con l’altra Jordan Ralf Schumacher è 8°, preceduto dalla
Williams del Campione del Mondo in carica Jacques Villeneuve e da Giancarlo
Fisichella, 7° con la Benetton. Sembra quindi non esserci storia: la McLaren è
su un altro pianeta e ci si attende una gara all’insegna dell’ennesimo dominio
di Woking, mentre la Ferrari, a testa bassa, spera in qualche imprevisto che
renda la corsa più viva e meno scontata.
DILUVIO A SPA
Detto fatto: a Spa, quando tutti si svegliano dopo la notte, piove. Una pioggia
incessante si abbatte sul circuito belga e, durante il warm-up della mattina,
la McLaren diventa inguidabile, con Hakkinen e Coulthard autori di diversi
fuori pista, mentre Schumacher, mago della pioggia, vola e anche Irvine è molto
competitivo: il mondo alla rovescia! La pioggia continua a battere inesorabile
anche nel pomeriggio ma, nonostante ciò, la direzione gara decide per la
partenza dalla griglia e non dietro la Safety Car. Con queste condizioni
meteorologiche la gara si preannuncia avvincente e ricca di sorprese: nessuno
però può immaginare il caos che di lì a poco si scatenerà a Spa.
LA CARAMBOLA INFERNALE DELLA PARTENZA
Al termine del giro di formazione, alle 14 ora locale, un commissario in fondo
alla griglia sventola la bandiera verde e i cinque semafori del Circuit
National de Francorchamps si accendono uno ad uno a ritmo regolare, per poi
spegnersi tutti insieme improvvisamente: è il via della 49° Edizione del Gran
Premio del Belgio.
Lo scatto di Mika Hakkinen è ottimo e il leader del mondiale tiene il comando,
mentre dietro parte malissimo Damon Hill, passato dalle due Ferrari e da
Jacques Villeneuve. Il canadese dopo la prima cura è 2°, seguito dalle Ferrari,
con Eddie Irvine che affianca David Coulthard alla Source, curva 1. Il
telecronista RAI Gianfranco Mazzoni, sollevato dal fatto che in partenza è
andato tutto bene, pronuncia sei semplici parole che faranno la storia: “tutto
regolare fino a questo momento!”. Mai l’avesse detto. Il caos regna sovrano.
Coulthard perde il controllo della sua McLaren e impatta violentemente sul
muretto del rettilineo che precede la mitica Eau Rouge, rimbalzando in mezzo
alla pista con tutto il gruppo che arriva alle sue spalle. Giancarlo
Fisichella, Heinz-Harald Frentzen, Ralf Schumacher, Jean Alesi ed Esteban Tuero
sono gli unici cinque piloti a passare Coulthard, mentre dietro di loro tutti
gli altri finiscono uno contro l’altro in una carambola infernale innescata da
Irvine, il primo a collidere con Coulthard. Johnny Herbert e Jarno Trulli vanno
in testa-coda e sono facile bersaglio di Pedro Diniz, mentre Alexander Wurz
tampona la Stewart di Rubens Barrichello, Ricardo Rosset va contro la Prost di
Olivier Panis e Toranosuke Takagi sbatte contro le barriere. Il rettilineo che
porta all’Eau Rouge è un cimitero di monoposto incidentate e detriti, ma per
fortuna tutti i piloti escono indenni, tranne Barrichello, lievemente ferito.
La direzione gara interrompe ovviamente la corsa con la bandiera rossa. Grazie
alla presenza dei muletti, nove piloti su tredici coinvolti nella carambola
possono continuare la gara, mentre sono costretti al ritiro definitivo
Barrichello, Rossett, Mika Salo e Panis.
LA SECONDA PARTENZA: HAKKINEN SI RITIRA
Ripulita la pista dai detriti e rimosse le monoposto, la direzione gara dà il
via libera per la ripartenza che, nonostante la pioggia e ciò che è accaduto
poco prima, avviene ancora dalla griglia, con le posizioni stabilite in
qualifica. Le due McLaren non hanno un buon avvio e Damon Hill ne approfitta
subito per prendere il comando del gruppo. Hakkinen è costretto ad allargarsi
alla Source, ma così facendo entra in collisione con Schumacher, va in
testa-coda, viene colpito dal sopraggiungente Herbert e danneggia pesantemente
la sua McLaren. Clamoroso colpo di scena: Mika Hakkinen, leader del mondiale, è
costretto al ritiro dal Gran Premio del Belgio. Intanto, Hill e la sua Jordan
sono al comando della gara, seguiti dalle Ferrari, con Schumacher che passa
Irvine in fondo al rettilineo del Kemmel e sale 2°.
DISASTRO MCLAREN
Ma subito ecco il secondo colpo di scena: Coulthard e Wurz si toccano e vanno
fuori pista. Mentre l’austriaco della Benetton è costretto al ritiro, Coulthard
riesce a ripartire, ma è ultimo e costretto ai box per dei danni alla sua
monoposto: la sua gara non è finita ma ovviamente compromessa. È un disastro
McLaren, e la Ferrari ha una grande occasione di riaprire completamente il
mondiale.
SCHUMACHER PRENDE IL COMANDO E VOLA VIA SOTTO IL DILUVIO
Al termine della Safety Car, uscita per l’incidente di Wurz, Hill ha ancora
qualche giro di gloria, ma dopo cinque passaggi in testa non ha chance contro
Schumacher: il tedesco lo passa con una grande manovra alla curva Blanchimont e
prende di forza il comando. Nel frattempo, Irvine va in testa-coda e danneggia
l’ala anteriore della sua Ferrari: costretto a compiere quasi l’intero giro con
il danno, rientra ai box e anche la sua gara non è finita ma compromessa. La
pioggia aumenta sempre di più d’intensità, ma in testa alla gara c’è il mago:
con la sua Ferrari, Michael Schumacher vola, girando su tempi inavvicinabili
per chiunque, in una gara che ricorda molto da vicino quella trionfale Spagna
1996; in pochi giri, il tedesco accumula un vantaggio di 16 secondi su Hill. Ma
la pioggia ora è davvero troppo forte: su Spa si scatena un nubifragio. I due
battistrada, Schumacher e Hill, si fermano ai box per montare le full wet,
mentre alcuni piloti incappano in errori dettati dall’acquaplaning, come
Villeneuve, che si ritira dalla gara.
IL FATTACCIO
È il 25° giro e Schumacher è in totale gestione di gara con un vantaggio enorme
su Hill. Nella parte centrale del circuito, il tedesco sta per raggiungere
Coulthard per doppiarlo. L’azione potrebbe essere eseguita in totale calma e
sicurezza da Schumacher, ma nel tratto della curva Pouhon, dove la visibilità è
pessima, Coulthard rallenta improvvisamente e Michael, uscito in pieno dalla
curva precedente, non se ne accorge e tiene giù il piede. Il contatto è
inevitabile: Schumacher tampona Coulthard e su tre ruote, a una velocità folle,
si avvia verso ai box. Rientrato, scende dalla sua Ferrari e la sua rabbia è
incontenibile: come una furia, si dirige verso il box McLaren, dove insulta
Coulthard o lo accusa di aver tentato di ucciderlo. La rissa tra i due viene
scongiurata dai meccanici McLaren, che li tengono separati, e Jean Todt e
Stefano Domenicali riportano un focoso Schumacher nel garage Ferrari. Come se
non bastasse, in pista Irvine conclude la sua gara in ghiaia: anche la Ferrari
combina un bel disastro, in una giornata che avrebbe potuto essere una grande
occasione per riaprire i giochi mondiali.
GLI ULTIMI GIRI: CALMA PIATTA
Ma la gara non è ancora finita. Incredibilmente, le due Jordan sono in testa,
con Hill davanti a Ralf Schumacher, seguite a distanza dalla Sauber di Alesi,
mentre Coulthard riparte col muletto, ma ormai doppiato di cinque giri. Un giro
dopo lo scontro Coulthard-Schumacher, un altro incidente coinvolge Shinji
Nakano e Giancarlo Fisichella, con l’italiano costretto al ritiro. Sotto una
pioggia torrenziale, ora in pista sono presenti solo otto vetture e, come se
tutto quel che doveva accadere fosse già accaduto, gli ultimi giri di gara sono
calmi e tranquilli.
BANDIERA A SCACCHI: CLAMOROSA IMPRESA DELLA JORDAN
Al 44° giro cala la bandiera a scacchi sul Circuit National de Francorchamps:
Damon Hill vince la 49° Edizione del Gran Premio del Belgio (sarà la sua
ultima vittoria in Formula 1) e regala alla Jordan la prima vittoria nella
storia del team britannico; completa una clamorosa doppietta Jordan il tedesco
Ralf Schumacher, che precede sul podio Jean Alesi con la sua Benetton. David
Coulthard è l’unico pilota protagonista della lotta mondiale a concludere la
gara, ma è 7° e fuori dai punti: dietro di lui arriva solo la Minardi di Shinji
Nakano.
LA SITUAZIONE MONDIALE RESTA INVARIATA, MA CON UNA GARA IN MENO
Con questi risultati, naturalmente, la situazione in classifica mondiale rimane
immutata: Hakkinen è sempre in testa, con sette punti di vantaggio su
Schumacher e 29 su Coulthard, mentre la McLaren comanda nei costruttori, con un
vantaggio di 23 punti di vantaggio sulla Ferrari. L’unica grande differenza è
che al termine del campionato manca una gara in meno, e le possibilità della
Rossa di vincere alla fine della stagione diminuiscono drasticamente. Infatti,
nonostante la vittoria di Schumacher a Monza, la McLaren e Mika Hakkinen si
laureeranno Campioni del Mondo nelle rispettive classifiche all’ultimo Gran
Premio stagionale, in Giappone.
LE AMMISSIONI DI DAVID COULTHARD
Cinque anni dopo i fatti del Belgio 1998, nel 2003, David Coulthard ammetterà
la propria responsabilità nell’incidente con Schumacher. Ma ormai il passato è
passato e la FIA dopo l’accaduto non sanzionò Coulthard, quindi l’ammissione
del britannico per Schumacher è solo la triste conferma delle sue immediate
considerazioni sull’incidente. La vittoria a Spa non sarebbe comunque bastata a
Michael per vincere il Campionato 1998, conquistato meritatamente per la prima
volta in carriera dal finlandese Mika Hakkinen a bordo della sua velocissima
McLaren.