/assets/giovanni-nulchis-news/monaco-senna.jpg

Appuntamento con la storia - Speciale Monaco - Gran Premio di Monaco 1984: quando il mondo scoprì Ayrton Senna, nessuno come lui nel Principato.

Di Giovanni Nulchis

INTRODUZIONE: CHI È AYRTON SENNA

Domenica 03 Giugno 1984. Il leggendario Circuit de Monaco ospita la 42° Edizione del Gran Premio di Monaco🇲🇨, 6° round del Campionato del Mondo di Formula 1 1984. Il mondiale vede il dominio assoluto della McLaren motorizzata Porsche, affidata alla guida di Niki Lauda (alla terza stagione dal suo ritorno in Formula 1 dopo il primo addio del 1979) e Alain Prost, vice Campione del Mondo nel 1983, battuto da Nelson Piquet: i due si spartiscono ben quattro successi nelle prime cinque gare stagionali, lasciando spazio soltanto ad una piccola gioia alla Ferrari, che vince con Michele Alboreto il Gran Premio del Belgio 🇧🇪 a Zolder. Il 1984 è inoltre l’anno dell’esordio in Formula 1 di diversi piloti provenienti dalle categorie minori, tra cui spicca il nome di un giovane brasiliano di 24 anni: Ayrton Senna da Silva. Il suo esordio in Formula 1 è di interesse per molti: Senna, infatti, era già stato capace nelle categorie minori di impressionare l’intero ambiente del motorsport. Nel 1973, a soli 13 anni, vince al primo colpo il Campionato Junior sui Kart; nel 1977 e nel 1978 vince il Campionato Sudamericano di categoria e dal 1978 per quattro volte consecutive quello brasiliano. Sbarcato in Italia, a Milano, con i colori della Dap sfiora per due volte consecutive il titolo mondiale del 1979 e del 1980. Nel 1981 esordisce in Formula Ford 1600 e vince sia il campionato britannico RAC che il Townsend-Thoresen con 12 vittorie su 19 gare; nel 1982 vince anche in Formula Ford 2000, con 21 vittorie su 29 gare, mentre l’anno successivo esordisce in Formula 3 e, ovviamente, vince il Campionato, con 12 vittorie su 20 gare. In tutti questi anni, inoltre, mostra eccellenti doti nella guida sul bagnato, compiendo già delle imprese degne di un grande campione. Insomma, si capisce fin da subito che questo giovane ragazzo di San Paolo ha un talento enorme e si attende solo il suo approdo nell’Olimpo del motorsport: la Formula 1. Tutti vorrebbero Ayrton Senna: la prima a tentare l’ingaggio è la Williams, con cui Senna svolge un test assieme a Martin Brundle e Stefan Bellof (anche lui esordiente nel 1984) girando più veloce di entrambi; ma il possibile approdo nel team di Sir Frank Williams viene scalzato dal fatto che Senna era già da Giugno 1983 in stretto contatto con Bernie Ecclestone, patron della Brabham, che aveva individuato nel brasiliano il profilo ideale per sostituire Riccardo Patrese che sarebbe passato all'Alfa Romeo per la stagione successiva; tuttavia, anche il possibile approdo in Brabham si conclude con un nulla di fatto, perché il brasiliano nei test non impressiona, ma soprattutto perché la Parmalat, sponsor principale del team, vuole un pilota italiano come seconda guida. Senna allora si vede costretto ad accettare l’offerta di Alex Hawkrige: esordirà in Formula 1 al Gran Premio del Brasile 🇧🇷 1984 al volante della Toleman, al fianco del venezuelano Johnny Cecotto, in squadra dal 1983.

UNA SITUAZIONE DIFFICILE PER IL GIOVANE BRASILIANO
I due devono fare i conti con un inizio di stagione molto complicato: la vettura che avrebbe dovuto partecipare al Campionato, la TG184, ancora non è pronta e la TG183B monta pneumatici Pirelli, di resa inferiore rispetto ai Michelin e ai Goodyear. La prima gara a Jacarepaguà, in Brasile, va in archivio con un pesante doppio ritiro per la Toleman: mentre Alain Prost vince, Senna e Cecotto sono costretti ad abbandonare la corsa per problemi al turbo. Ma già dal weekend successivo la musica, almeno per Senna, cambia: in Sudafrica, il brasiliano completa un’ottima gara, partendo 13° e giungendo 6° al traguardo, aggiudicandosi così il suo primo punto iridato in Formula 1, un risultato fantastico per lui e per la Toleman. Ayrton ripete l’impresa anche in Belgio, dove parte addirittura 19° e arriva ancora 6°, conquistando un altro punto in classifica. La ruota non gira a suo favore però né a Imola, dove addirittura non riesce a qualificarsi per la gara, né in Francia, dove a tradirlo è ancora una volta il turbo della sua Toleman.
Dopo l’appuntamento di Digione, il circus raggiunge uno dei luoghi più leggendari per la Formula 1: il Principato di Monaco. Il circuito cittadino per antonomasia ospita la 42° Edizione del Gran Premio di Monaco 🇲🇨, 6° round del Campionato del Mondo di Formula 1 1984. La situazione in classifica mondiale vede una leggera fuga di Prost, che ha accumulato un vantaggio di sei punti su Lauda, mentre la McLaren domina tra i costruttori, con 20 punti di vantaggio sulla Ferrari e 21 sulla Renault. Grazie ai punti conquistati in Sudafrica e in Belgio, Senna occupa la 14° posizione in classifica, mentre la Toleman è 9° tra i costruttori.

QUALIFICHE E PRE-GARA: PROST FAVORITO, MA SENNA C'È!
Nelle Qualifiche, fondamentali in un circuito come Montecarlo, Prost la fa da padrone, conquistando la prima pole position per una vettura motorizzata TAG Porsche. Lo seguono la Lotus di Nigel Mansell e le due Ferrari di René Arnoux e Michele Alboreto, mentre con l’altra McLaren Lauda è solo 8°, battuto anche dalle due Renault di Derek Warwick e Patrick Tambay e dalla Ligier di Andrea De Cesaris. Si qualificano per la gara entrambe le Toleman: Ayrton Senna partirà 13°, mentre Johnny Cecotto scatterà 18°. Questo risultato, tuttavia, non crea tante speranze all’interno del box inglese: a Monaco superare non è un’impresa, è una follia! Chiude lo schieramento di partenza l’esordiente tedesco Stefan Bellof con la sua Tyrrell, 20° dietro l’Osella di Piercarlo Ghinzani.
Sul Principato cala la notte, l’ultimo momento di totale calma prima della tempesta. L’attesa di vedere chi riuscirà a conquistare il Gran Premio di Monaco 🇲🇨 è grande, anche se Prost ha tutte le carte in tavola per vincere. Ma quella domenica di Montecarlo non sarà un giorno ordinario. Fin dalla mattina, infatti, un violento temporale si abbatte sul circuito e nel pomeriggio la pioggia non accenna a diminuire, motivo per cui i piloti, Lauda in primis, chiedono che i commissari bagnino anche la zona del tunnel, così da non trovare troppa differenza tra quel tratto, per forza di cose sempre asciutto, e il resto del circuito, allagato. In attesa di un miglioramento delle condizioni meteorologiche, la partenza viene ritardata prima di 20 minuti e poi di ulteriori 25, ma la pioggia continua a battere incessantemente. Alle 16.15 si decide infine per la partenza della gara. Il commissario in fondo alla griglia sventola la bandiera verde e i semafori rossi del Circuit de Monaco si accendono uno alla volta per poi spegnersi all’improvviso tutti insieme: è il via della 42° Edizione del Gran Premio di Monaco 🇲🇨.

GARA: LA LEGGENDA HA INIZIO
Alain Prost mantiene il comando e scappa subito via, mentre alla Saint Devote un incidente mette subito fuori gioco entrambe le Renault di Warwick e Tambay, e Patrese e De Angelis rimangono bloccati, costretti a fare manovra per rientrare in gara. Al termine del primo giro, Prost guida il gruppo davanti a Mansell, Arnoux, Michele Alboreto, Niki Lauda e Keke Rosberg, mentre a sorprendere sono Ayrton Senna e Stefan Bellof, autori nel primo giro di una rimonta straordinaria che li ha già portati in 9° e 10° posizione. In pochi giri, Lauda fa un sol boccone delle due Ferrari e sale 3°, mentre Alboreto, autore di un testa-coda, è costretto al fondo gruppo. Al giro 11, Prost non si accorge che i commissari sono in pista, intenti a soccorrere la Brabham di Corrado Fabi, e colpisce alla gamba uno di essi, senza però troppe conseguenze per il marshall. Tutto ciò avvantaggia Mansell, che passa Prost assumendo il comando della gara. Cinque giri dopo, però, Mansell perde il controllo della sua Lotus nella salita del Beaurivages e sbatte contro il guard-rail: la sua gara è finita e Prost torna in testa. La pioggia non accenna a diminuire, aumentando anzi di intensità, e tutti i piloti cominciano a guidare con circospezione. Tutti tranne due: Senna e Bellof non sembrano risentire delle estreme condizioni in cui versa la pista, anzi, cominciano ad esaltarsi sotto il diluvio girando più veloci di tutti gli altri piloti. La loro guida è davvero magica. Al giro 11, alla chicane del porto, Senna prende troppo bruscamente il cordolo, danneggiando lievemente la sospensione anteriore destra della sua Toleman, ma ciò non arresta la sua furia in pista: in pochi giri è minaccioso alle spalle di Rosberg e Arnoux e li supera velocemente entrambi, salendo addirittura già 3° alle spalle di Lauda, grazie anche al ritiro di Mansell. Anche Bellof, intanto, prosegue la sua rimonta, passando in sequenza Manfred Winkelhock e Rosberg. Il passo di Ayrton Senna è micidiale, sembra davvero guidare sui binari la sua Toleman, una vettura per nulla abituata a stare nelle posizioni di testa. Mentre Prost e Lauda guidano con calma per non prendersi rischi, il giovane brasiliano gira tre, anche quattro secondi più veloce di loro, e lo stesso fa Bellof, che guadagna sempre più terreno nei confronti di Arnoux. Al 19° giro, Senna è ormai arrivato alle spalle di Lauda e, imboccato il rettilineo principale, attacca l’austriaco senza possibilità di replica: Senna è 2° e si mette clamorosamente a caccia di Alain Prost per la vittoria. Al 24° giro Lauda incappa in un errore, andando in testa-coda e rompendo la sospensione: è costretto al ritiro dalla gara, e ciò significa che Arnoux e Bellof si ritrovano in lotta per il podio. Il tedesco, dopo un primo tentativo di attacco al Beaurivage, riesce a prendere la posizione sulla Ferrari al Mirabeau e, partito 20°, è ora 3°. Intanto Senna guadagna sempre più terreno su Prost e, intorno al giro 30, gli è praticamente alle costole e l’attacco è solo questione di poche tornate, ma la pioggia è sempre più intensa e praticamente inesistente è ormai la visibilità. Al passaggio sul traguardo, Prost alza le braccia e chiede a gesti l’interruzione della gara. Il giro successivo, proprio mentre Senna è pronto ad attaccare il francese per la prima posizione, due commissari a bordo pista sventolano uno la bandiera rossa, indice di sospensione della corsa, e l’altro la bandiera a scacchi, indice della conclusione definitiva della gara. La confusione è grande, con molti team convinti che la gara sarebbe ripresa, eventualità che non si verifica.

BANDIERA A SCACCHI: UNA SCONFITTA CHE RINFORZA
Alain Prost vince così la 42° Edizione del Gran Premio di Monaco 🇲🇨, trionfando nel Principato per la prima volta in carriera e aumentando considerevolmente il suo vantaggio su Lauda in classifica mondiale. Ma quel giorno, sotto la pioggia torrenziale di Montecarlo, una stella si è definitivamente accesa nel firmamento della Formula 1: Ayrton Senna conquista il suo primo podio in carriera, e lo fa con una scuderia di bassa classifica, la Toleman. Un secondo posto che vale oro per la scuderia britannica e che mette in allerta tutti i grandi campioni del tempo: date ad Ayrton una monoposto degna della sua velocità e del suo talento e ammirate le sue gesta! E così è stato. Stefan Bellof conquista anche lui il suo primo podio in carriera con una gara eccezionale in rimonta, ma la squalifica del team Tyrrell dal Campionato 1984 per i fatti di Detroit lo priva di quel risultato fenomenale, regalando di fatto il podio alla Ferrari di René Arnoux: un grande peccato.
Nonostante la delusione di una vittoria mancata e la protesta contro i commissari per aver interrotto la gara, Ayrton Senna è consapevole della grandezza della sua impresa e di essere ormai un pilota affermato, sebbene solo dopo sei gare, nel panorama della Formula 1. Il Gran Premio di Monaco 1984, oltre ad essere un primo assaggio della storica rivalità con Prost, sarà per lui soltanto l’inizio di una carriera incredibile, di una serie di imprese indimenticabili e di una storia d’amore con il Circuit de Monaco, sul quale trionferà ben sei volte, una con la Lotus e cinque con la sua formidabile McLaren. Dal 1987 al 1993 solo una volta cederà il successo ad Alain Prost: nel 1988, quando nel suo abitacolo sarà guidato da Dio.