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Gran Premio d'Arabia Saudita: il post gara

Di Giovanni Nulchis

INTRODUZIONE

Nella spettacolare scenografia notturna di Jeddah domina il colore arancione papaya. Oscar Piastri vince in Arabia Saudita, grazie ad una gara di cattiveria agonistica e di controllo, e assume la leadership del campionato piloti. Max Verstappen, sconfitto, paga l’errore in partenza e la troppa aggressività, che lo privano della possibilità di una vittoria comunque complicata da portare a casa. Ma a fare una magia è Charles Leclerc: con una gara semplicemente perfetta, regala alla Ferrari il primo podio stagionale, resistendo nel finale al ritorno di Lando Norris, il cui fine settimana è sicuramente da dimenticare. Solida anche la gara della Williams, con entrambi i piloti in top 10.

Benvenuti al Post Gara della 5° Edizione del Gran Premio d’Arabia Saudita, in scena al Jeddah Corniche Circuit nella magica notte di domenica 20 aprile 2025.

 PARLA LA PISTA


PROVE LIBERE

Venerdì mattina i team trovano temperature atmosferiche e di asfalto molto elevate; inoltre, la pista è un po’ sporca. I risultati delle FP1 sono quindi da prendere con le pinze. Danno ottimi segnali l’Alpine, con Gasly che segna addirittura il miglior tempo, e la Williams, con Sainz che sembra aver cominciato il weekend in totale sintonia con la monoposto. La Red Bull appare in grossa difficoltà, ai margini della top 10, e disperso è anche Hamilton, che probabilmente soffre la mancanza di fiducia nella monoposto, fondamentale su questo circuito.

Come era accaduto anche in Bahrain, con l’oscurità che scende e le temperature che si abbassano, la McLaren non gode di un vantaggio tanto grande nelle FP2. I due papaya sono comunque i più veloci nella simulazione di qualifica, ma Verstappen e Leclerc non sono così lontani nel tempo sul giro. Sorprende ancora la Williams, con entrambi i piloti in top 10, e anche Tsunoda, che non è lontano dal tempo di Verstappen. Proprio il giapponese, però, è protagonista di un incidente all’ultima curva mentre sta svolgendo la simulazione di gara. La sessione viene quindi interrotta con la bandiera rossa e riprende, in pratica, solo per permettere ai piloti di effettuare le prove di partenza. Ancora in netta difficoltà Hamilton, mentre le due Mercedes sono un po’ sottotono, con Russell 7° e Antonelli 11°, fuori dalla top 10.

Il sabato di Jeddah si apre con una comunicazione che riguarda la Ferrari: su entrambe le monoposto vengono sostituiti quasi tutti gli elementi della Power Unit, arrivata così alla sua seconda unità dopo le prime quattro gare di campionato; normale amministrazione. In pista torna il caldo e si prova solo la qualifica. La McLaren è ingiocabile (Norris 1°, Piastri 2°), con oltre sette decimi di vantaggio sugli inseguitori. Torna a vita la Mercedes, soprattutto con Russell, mentre Antonelli è ancora in difficoltà. Hamilton non trova ancora la quadra con la sua Ferrari ed è solo 12°, mentre Tsunoda sembra non aver perso troppa fiducia nella monoposto perché è 9°, non lontano dal tempo di Verstappen. Si confermano veloci la Williams, con entrambi i piloti in top 10, e anche Gasly, 8° con la sua Alpine.

QUALIFICHE.

Già dal Q1 si capisce che le McLaren, con le basse temperature della notte, sono molto più umane rispetto alle FP3, ma l’unico veramente in grado di impensierirle sembra essere Verstappen, subito a suo agio tra i muri di Jeddah con una Red Bull rediviva. Fatica più di quanto ci si sarebbe aspettati, invece, la Ferrari, costretta ad utilizzare due treni di gomme soft nuove per non prendersi rischi. Come in Giappone e in Bahrain, anche in Arabia Saudita una Haas viene eliminata in Q1: questa volta è Ocon, solo 19°, mentre Bearman passa il taglio. Eliminati anche Stroll, Doohan e le Sauber di Hulkenberg e Bortoleto.

In Q2, Hamilton rischia tantissimo: rimane in top 10 per soli sette millesimi sul tempo di Albon. Come in Bahrain, Tsunoda riesce a portare anche la seconda Red Bull in Q3; anche Sainz fa un buon lavoro, perché entra in Q3, mentre Albon è il primo degli eliminati. Norris, intanto, segna il miglior tempo, ma i distacchi sono minimi: tra lui e Piastri, che è 3°, ci sono solo 64 millesimi. Tra i due piloti McLaren c’è ancora Verstappen, mentre Russell e Antonelli sono 4° e 5° davanti a Leclerc. Gli eliminati, oltre ad Albon sono: Lawson, Alonso, Hadjar e Bearman, un po’ in difficoltà con una Haas poco competitiva.

Il Q3 si apre con un clamoroso colpo di scena: Norris aggredisce troppo il cordolo in curva 5, perde il controllo della sua McLaren, impatta contro le barriere e danneggia la sospensione sinistra. Un grosso errore in una fase cruciale del weekend. Con Norris fuori dai giochi, la sfida per la pole position rimane una questione tra Piastri e Verstappen, con Russell che a dire il vero ci fa un pensierino. Mentre Verstappen sceglie di uscire subito dai box dopo la bandiera rossa per avere due tentativi, Piastri e Russell scelgono di uscire più tardi. Riescono entrambi a battere il primo tempo di Verstappen, ma Max fa la sua consueta magia e li rimette tutti in riga.

Verstappen conquista la 42° pole position della sua carriera, la 2° stagionale (e pensare che la Red Bull nelle prove libere era nettamente più lenta della McLaren: Max extraterrestre!). Piastri sarà con lui in una calda prima fila. Seguono Russell (che si conferma ancora velocissimo), Leclerc (che fa il massimo come sempre con la Ferrari), un ottimo Antonelli, un fantastico Sainz (6° con la Williams), Hamilton (7°, quantomeno in top 10 nonostante le disastrose premesse), Tsunoda (ancora in top 10), Gasly e Norris, deluso per il grosso errore.

GARA.

In top 10 sono tutti su gomme medie, fatta eccezione per Norris, l’unico a partire con le hard per estendere al massimo il primo stint.

La partenza di Verstappen non è ottima, Piastri ne approfitta per affiancarlo e in curva 1 allunga la traiettoria; Max è quindi costretto a tagliare la curva, ma quando rientra in pista non restituisce la posizione al pilota McLaren; per questo riceverà una penalità di cinque secondi da scontare nel momento del pit stop. Hamilton recupera la 6° posizione su Sainz, mentre a centro gruppo un incidente mette fuori gioco Tsunoda e Gasly e causa l’entrata della Safety Car. Norris sale così in 8° posizione.

Si riparte al 4° giro, con Verstappen che cerca di scappare ma Piastri gli rimane alle spalle; dietro, Russell prende un discreto vantaggio su Leclerc, mentre Norris supera anche Hamilton dopo una bellissima battaglia durata due giri e sale 6° all’inseguimento di Antonelli, che sarà la sua prossima vittima al 19° giro.

Piastri è ai box al 20° giro; quando torna in pista con gomme hard è una furia ed esegue un sorpasso strepitoso su Hamilton; Verstappen rientra ai box due giri dopo, sconta la penalità e perde la posizione su Piastri. Ora in testa alla classifica c’è Leclerc seguito da Norris; il monegasco è capace di tenere un ritmo davvero ottimo, tanto che Norris non riesce ad avvicinarsi più di tanto. Quando Charles rientra in pista dopo il pit stop ha gomme hard più fresche dei piloti che ha davanti e, quando anche Norris effettua la sua sosta passando alle medie, si ritrova 4°, all’inseguimento di Russell per il podio. Nel frattempo, nelle retrovie, Alonso rischia il patatrac con Bortoleto in un corpo a corpo con il brasiliano nel rettilineo principale.

Leclerc negli ultimi giri è l’uomo più veloce in pista: supera Russell al 38° giro e recupera anche qualche secondo su Verstappen, che però è troppo distante. Norris esegue la stessa manovra sulla Mercedes al 41° giro. Ora la sfida è tutta per il gradino più basso del podio tra Leclerc e Norris. Lando recupera sempre di più, fino ad arrivare quasi al secondo di distacco negli ultimi giri, ma Charles è bravo a tenere un ritmo veloce e costante, grazie al quale non permette al britannico di entrare in zona DRS. Le Mercedes sono intanto crollate a livello di ritmo con le gomme hard.

Negli ultimi giri, Piastri controlla il vantaggio su Verstappen e vince il Gran Premio d’Arabia Saudita, conquistando il suo terzo successo stagionale, ma soprattutto la leadership della classifica piloti. Verstappen, sconfitto, è 2°, mentre Leclerc regala alla Ferrari il primo podio stagionale con una gara superlativa.

Seguono Norris, Russell, Antonelli, Hamilton, le due Williams di Sainz e Albon e Hadjar, a punti con la sua Racing Bulls.

I TOP DEL WEEKEND


1. CHARLES LECLERC

Secondo top consecutivo per Leclerc in questo inizio di stagione: dopo la grande prestazione in Bahrain, anche a Jeddah Charles riesce a guidare oltre i limiti della sua Ferrari, aggressivo e velocissimo, ma sempre corretto e senza errori. La differenza con Hamilton ora comincia a farsi pesante, e può essere spiegata in parte con il fatto che, per il momento, questa SF25 si adatta perfettamente al suo stile di guida, stile a cui Lewis deve ancora abituarsi.

In qualifica, Charles porta la sua Ferrari in 4° posizione, il massimo risultato possibile, ma è in gara che arriva il suo momento. Durante il primo stint non è particolarmente veloce, perché rimane dietro Russell senza mai avvicinarsi, ma quando tutti i suoi avversari rientrano ai box e lui si ritrova primo con aria libera davanti, il suo passo gara è sorprendente, tanto che Norris non riesce a guadagnare tanto su di lui. Grazie alla sosta ritardata, nel secondo stint dispone di gomme hard più fresche dei piloti che ha davanti e può andare all’attacco senza preoccuparsi troppo della gestione.

Negli ultimi giri è poi bravo a rispondere alla rimonta di Norris. Conquista così il primo podio stagionale suo e della Ferrari, un podio tanto atteso che sicuramente dà un po’ di morale al team di Maranello. Ora, però, rimane da capire quanto le caratteristiche estremamente specifiche del circuito di Jeddah abbiano aiutato la SF25 a esprimersi ad un livello così alto. Già Miami ci fornirà qualche risposta, ma soprattutto Imola sarà un bell’esame per questa monoposto.

2. MAX VERSTAPPEN

Dopo il blackout di Sakhir, in Arabia Saudita Verstappen è tornato al suo livello standard: quello di super Max. In un circuito che esalta le qualità di guida del pilota, Max non poteva che fare la differenza, non solo sul suo compagno di squadra Tsunoda, ma anche su tutti gli altri. In qualifica la Red Bull gestisce alla grande i due piloti, con Tsunoda che fornisce una scia perfetta a Max all’inizio del suo giro; l’olandese, poi, ci mette tutto il suo talento, completa il giro e batte il tempo di Piastri per conquistare la pole position. L’unico momento negativo del weekend di Verstappen è il suo errore in partenza, che lo porta a tagliare curva 1 e, in seguito, a ricevere la penalità di cinque secondi che regala di fatto la leadership a Piastri. Per il resto la sua gara è lineare e sul traguardo è 2°, un risultato che gli consente di non far scappare i due piloti McLaren in classifica.

3. CARLOS SAINZ

Già in Bahrain Sainz aveva dimostrato di essere finalmente entrato in sintonia con la sua Williams, ma gli eventi della gara non gli avevano dato ragione, costringendolo addirittura al ritiro. A Jeddah, invece, il suo weekend è stato stellare, sin dalle prove libere, dove è costantemente in top 10 e appare più in forma di Albon. In qualifica è un mago: 6° posizione, outsider nel pacchetto dei big, si toglie la soddisfazione di battere Hamilton con la Ferrari, Tsunoda con la Red Bull e Gasly con l’Alpine. In gara nulla può contro la superiorità della Ferrari e della McLaren di Norris, ma è comunque supportato dal passo gara ottimo della Williams, che gli consente di stare costantemente in top 10 e di terminare 8°, primo pilota dietro i top team. A dimostrazione di una Williams molto competitiva è la 9° posizione di Albon, che regala i doppi punti al team di Grove.

4. ISACK HADJAR

Quello di Jeddah, in casa Racing Bulls, sembra essere il weekend del riscatto per Liam Lawson, che sia in prove libere sia nelle qualifiche appare più in forma rispetto ad Hadjar, che infatti paga da Liam quasi tre decimi. In gara, però, la tendenza si inverte: Hadjar passa subito Lawson in partenza e, grazie all’uscita di scena di Tsunoda e Gasly, si ritrova 11° dietro Alonso. La resistenza che oppone Fernando, però, non dura tanto e il francese entra così in top 10, che non abbandonerà più fino alla bandiera a scacchi. Ancora una volta è quindi Hadjar a conquistare punti per la Racing Bulls.

 I FLOP DEL WEEKEND

 

1. LANDO NORRIS

Norris ha cominciato il weekend con l’idea di volersi riscattare dalla pesante sconfitta subita da Piastri in Bahrain: nelle prove libere sembra infatti sempre un passo avanti rispetto ad Oscar. Anche in Q1 e Q2 è lì a giocarsela e sembra addirittura il favorito per la conquista della pole position. Poi, però, arriva l’errore del Q3: un errore grave, perché avviene nel momento più importante del weekend. Partito 10°, la sua gara è tutta all’attacco, ma anche in questo frangente Lando fa un po’ fatica, considerata la superiorità della McLaren. Per due giri consecutivi commette lo stesso errore nell’attaccare Hamilton, superandolo prima del detection point (posto all’inizio del rettilineo dei box) e dando così la possibilità a Lewis di risuperarlo. È sicuramente in questa battaglia con il connazionale che perde quei secondi preziosi che rendono salvo il podio di Leclerc.

Lando, lo conosciamo ormai, ha un talento indiscusso. Il suo grande limite, in questo momento, è la mancanza di solidità e lucidità nei momenti più importanti del weekend. Il vero problema per lui è che il suo compagno di squadra riesce a fare la differenza proprio in questi momenti cruciali; Piastri ora è infatti leader del campionato e sembra in uno stato di forma davvero straordinario.

 2.  LEWIS HAMILTON

In un circuito in cui serve massima fiducia nella monoposto, Hamilton ha fatto parecchia fatica, soprattutto nelle fasi iniziali del weekend. Ciò è chiaro se si guarda la telemetria di un suo giro cronometrato confrontata con quella di Leclerc: Charles, infatti, ritarda quasi tutte le staccate ed entra con più velocità in curva. In tutte le sessioni di prove libere, Lewis è in netta difficoltà, non riesce mai a trovare il feeling giusto con la sua Ferrari, tanto che non entra mai in top 10. In qualifica rischia di non passare il Q2 (si qualifica solo per 7 millesimi su Albon) e, alla fine, conclude in 7° posizione, battuto anche dalla Williams di Sainz. La sua gara, poi, non è malvagia, ma il suo passo è sempre il più lento dei top drivers e nel finale non riesce ad andare a prendere le due Mercedes, in evidente difficoltà di gestione gomme.

Durante il weekend si è parlato molto della situazione di Hamilton, definendola addirittura un “caso”: è vero che l’unico momento in cui Lewis si è trovato davvero a suo agio è stata la Sprint della Cina, ma dobbiamo ricordarci che arriva da tredici stagioni consecutive in Mercedes, e cambiare team dopo così tanto tempo presuppone un minimo di adattamento alla nuova vettura e a tutti gli automatismi della squadra. Diamo tempo a Lewis.

 3.  JACK DOOHAN

A Jeddah l’Alpine volava e aveva il potenziale per contendere alla Williams il ruolo di quinta forza, ma tutto questo con un solo pilota (e, tra l’altro, peccato per il ritiro di Gasly al primo giro, perché aveva il passo per fare un’altra splendida gara). Doohan, invece, inesistente per tutto il weekend. Forse non è riuscito ad entrare in sintonia con il circuito, o a sfruttare il potenziale della monoposto; fatto sta che in qualifica viene escluso subito nel Q1 (17°), e in gara subisce l’attacco sia di Ocon sia di Hulkenberg e, senza il ritiro di Tsunoda e Gasly, avrebbe terminato sicuramente 19°. Sul traguardo è, infatti, davanti soltanto davanti alla Sauber di Bortoleto. Già dall’anno scorso si diceva che Briatore gli avrebbe dato cinque gare di tempo per dimostrare di meritare il sedile da titolare: queste cinque gare ormai sono trascorse e, sebbene qualche lampo di velocità ci sia stato, i risultati sono eloquenti. Franco Colapinto è sempre lì in agguato e la chiamata di Briatore si avvicina sempre di più. La domanda è: Jack Doohan correrà il weekend di Miami?

 4.  LANCE STROLL

La situazione dell’Aston Martin è molto complicata: la monoposto non è per niente competitiva e il team sembra aver deciso di puntare già tutto sul 2026. Ma almeno Alonso porta la sua vettura ai margini della top 10, sempre quantomeno in Q2 in qualifica e in gara 11° al traguardo, a lottare per i punti. Le prestazioni di Stroll danno invece l’impressione di essere plafonate. In qualifica è ormai abbonato a rimanere escluso in Q1 (è diventato il pilota con il maggior numero di eliminazioni in Q1: 75) e in gara i lampi di velocità sono molto rari. A Jeddah chiude 16°, davanti solo a Doohan e Bortoleto.

Una riflessione, allora, viene spontanea: se in un futuro non lontano dovesse arrivare Max Verstappen al suo fianco e la monoposto dovesse prendere vita grazie al lavoro di Newey, la carriera di Stroll dovrà necessariamente svoltare, se no il canadese diventerebbe una zavorra pesantissima per le ambizioni del team.

VERSO MIAMI

Con la conclusione del 5° weekend stagionale in Arabia Saudita, si chiude anche una prima parte del campionato 2025, in cui sono state corse cinque gare in sei settimane. Un inizio di stagione estremamente intenso, che ha delineato già un primo quadro dei valori in campo. Ma siamo ancora solo all’inizio di questo campionato e, come ci ha insegnato il 2024, potrebbero essere sufficienti anche dei piccoli dettagli per far cambiare completamente faccia al mondiale. La McLaren, ad oggi, sembra inarrivabile, ma gli altri team non stanno di certo a guardare e lavorano sempre intensamente per colmare il gap.

I mesi estivi saranno quelli della lunga serie di gare europee, ma prima di sbarcare nel Vecchio Continente, il circus della Formula 1 farà tappa negli Stati Uniti d’America, sulle coste della Florida. Il Miami International Autodrome è pronto ad ospitare la 4° Edizione del Gran Premio di Miami, secondo evento Sprint della stagione. Chi riuscirà a trionfare tra lo show e il lusso della Magic City?