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Gran Premio d'Arabia Saudita: Introduzione al Weekend

Di Giovanni Nulchis

UN CIRCUITO UNICO, FOLLE, SPETTACOLARE

“Qui ci vuole coraggio”. Così Charles Leclerc, ai microfoni di Sky, ha descritto il Jeddah Corniche Circuit. Un circuito folle, unico nel suo genere. Un circuito cittadino permanente super veloce, da brividi. 27 sono le curve (è il numero più alto dell’intero mondiale), ma soltanto due impongono ai piloti una vera e propria staccata. Le altre sono tutte da affrontare in pieno, a una velocità media sul giro di oltre 250 km\h. Un circuito che mette a dura prova le capacità di guida dei piloti e la fiducia nei propri mezzi, ma anche la capacità degli ingegneri di trovare il giusto assetto per la monoposto, che si adatti ai lunghi rettilinei, alle curve veloci e alle prepotenti frenate. Ammirare i leoni del volante sfrecciare a 250 all’ora tra i muretti di questo circuito, nella cornice notturna di Jeddah, è uno spettacolo incredibile. Signore e signori, mettetevi comodi, allacciate le cinture, perché questo weekend si fa dannatamente sul serio: benvenuti in Arabia Saudita!

COSA ASPETTARCI DA JEDDAH: LA MCLAREN SARÀ BATTIBILE?

Il viaggio della Formula 1 nelle terre del deserto mediorientale continua già questo weekend. Dopo lo show del Bahrain, il circus fa tappa sulle rive del Mar Rosso: il Jeddah Corniche Circuit ospita la 5° Edizione del Gran Premio d’Arabia Saudita, 5° round del Campionato del Mondo di Formula 1 2025.

La settimana scorsa avevamo detto che il circuito del Bahrain, per le sue caratteristiche, si adattava particolarmente alla monoposto della McLaren, e infatti, pur non avendo massimizzato il risultato con entrambi i piloti, il team di Woking ha vinto la gara con Oscar Piastri, dominando soprattutto l’ultima parte della corsa, rifilando al primo degli inseguitori, George Russell, un distacco di 15 secondi in circa 20 giri.

Qui a Jeddah, tuttavia, la situazione potrebbe cambiare parecchio per una serie di motivi che adesso vediamo (fermo restando che la McLaren parte sempre e comunque come favorita).

Il circuito di Jeddah, infatti, è probabilmente uno di quelli che si adatta meno alle caratteristiche della McLaren.

La MCL39 ha due principali punti di forza che la rendono così superiore alla concorrenza. È una monoposto che genera un carico aerodinamico elevatissimo, e ciò le permette di essere formidabile nella percorrenza delle curve lente, nelle quali serve appunto tanto carico, e, soprattutto, di gestire meglio di chiunque altro il degrado gomme, specialmente quando questo è molto elevato.

A Jeddah, però, questi due aspetti sono praticamente inesistenti: l’asfalto è poco abrasivo (l’opposto del Bahrain), e questo si traduce in poco degrado gomme; le curve sono quasi tutte molto rapide, e quindi più che carico aerodinamico, è molto più importante disporre di poco drag (resistenza all’avanzamento), mentre sappiamo quanto la McLaren faccia fatica nei rettilinei e quando si tratta di esprimere pura velocità di punta.

Si tratta quindi di un’occasione ghiotta da parte dei team avversari per cercare, almeno questo weekend, di contrastare il dominio McLaren. In particolare, la Mercedes sembra una monoposto che predilige le curve veloci, quindi potrebbe andare molto forte (e occhio a Russell in ottica campionato, perché in questa prima parte di stagione si sta dimostrando estremamente veloce e concreto). Ma attenzione anche alla Ferrari, perché grazie all’asfalto liscio e senza sconnessioni di Jeddah potrebbe avere la possibilità di girare in pista con altezze da terra più basse rispetto agli scorsi circuiti, nei quali ha faticato soprattutto per questo motivo. Per quanto riguarda la Red Bull, invece, c’è da capire se la debacle del Bahrain è stata dovuta soltanto al fattore pista, oppure se il team di Milton Keynes sta attraversando un difficile periodo di crisi.

 IL FUTURO INCERTO DI MAX VERSTAPPEN

Ripartiamo proprio dalla Red Bull per addentrarci nell’argomento del mercato piloti. Eh, sì: siamo solo al 5° round del mondiale e il mercato è già sulla bocca di tutti. Questo perché nel paddock si fa sempre più insistente la voce di un possibile divorzio tra Max Verstappen e la Red Bull a fine 2025.

Poniamo subito un punto fermo: l’olandese è legato alla Red Bull con un contratto che scadrà a fine 2028. Sembra, però, che questo contratto contenga una clausola che consentirebbe a Verstappen di lasciare il team qualora a metà campionato non si trovasse tra le prime tre posizioni in classifica piloti. Altri rumours da paddock sembrano, inoltre, affermare che i rapporti tra Max e il team, e in particolare con Helmut Marko, si siano un po’ incrinati; ovviamente, nulla di tutto questo è ufficiale e verificato, sono solo rumours. Rumours, però, certamente molto insistenti e anche da un po’ di tempo.

Ma allora, se Verstappen dovesse lasciare la Red Bull, in quale team potrebbe approdare? Le opzioni sembrano essere per ora due (scartiamo, per il momento, le voci su un possibile approdo alla Ferrari al posto di Hamilton, perché non sembra per niente plausibile): Mercedes e Aston Martin. Sono entrambe opzioni molto valide per un eventuale futuro della carriera di Max fuori dalla Red Bull.

Sempre da quanto emerge dalle chiacchiere da paddock, la Mercedes sembrerebbe il team più pronto alla rivoluzione del 2026, in termini di motore e carburante; sappiamo quanto sia importante farsi trovare pronti all’inizio di un nuovo ciclo regolamentare, perché si ha la possibilità di essere il riferimento per tutta la griglia e trovarsi subito davanti a tutti. E Max questo lo sa bene, dato che è proprio quello che è successo alla Red Bull nel 2022. Tuttavia, la Mercedes ha già tra le sue file una delle coppie piloti più forti della griglia, composta da Russell, un pilota esperto, fortissimo, che è senza dubbio già da titolo mondiale, e da un giovane talento che promette estremamente bene, Antonelli. Varrebbe davvero la pena spezzare questa line-up per prendere Verstappen?

In Aston Martin, Verstappen ritroverebbe due vecchie conoscenze, che lo hanno accompagnato negli anni del suo dominio: la Honda, come motorista, e Adrian Newey, che dal mese di marzo è definitivamente entrato nel team in qualità di Managing Technical Partner. Sarebbe quindi un vero e proprio ricongiungimento, specialmente con il luminare della tecnica della Formula 1. Il motore Honda, a quanto si dice, non sembra ancora a livello di quello Mercedes, ma Newey e la disponibilità economica del Presidente Lawrence Stroll sono due certezze da non sottovalutare. Probabilmente, almeno nel 2026, Max farebbe coppia con Alonso, per costituire un incredibile dream team, per poi essere compagno di squadra di Lance Stroll quando per Alonso giungerà il momento del ritiro.

Ma, come detto all’inizio del paragrafo, per il momento queste sono tutte chiacchiere da paddock: per ora il futuro di Verstappen rimane colorato di blu Red Bull almeno fino al 2028, in attesa di eventuali annunci.

Intanto, nel venerdì di Jeddah arriva un ulteriore rumour che ha del clamoroso: l’Aston Martin, grazie al sostegno del fondo sovrano saudita PIF, sarebbe pronta ad offrire a Verstappen un contratto da 264 milioni di euro per tre stagioni (88 milioni all’anno), a partire dal 2026. Sarebbe il contratto più ricco della storia della Formula 1.

 GLI AGGIORNAMENTI TECNICI DEI TEAM IN ARABIA SAUDITA

Per il weekend dell’Arabia Saudita quasi tutti i team hanno portato aggiornamenti specifici di adattamento al circuito, come ali posteriori, anteriori e prese d’aria aggiuntive per dissipare meglio il calore. Alcuni team, tuttavia, hanno portato anche degli aggiornamenti indipendenti dalla specificità del circuito. La McLaren introduce un nuovo diffusore, una nuova Brake Duct e un’ala posteriore da medio carico, adatta anche ad altri circuiti oltre Jeddah; la Ferrari ha portato ulteriori modifiche all’ala anteriore e alla beam wing; beam wing modificata anche per la Red Bull, oltre a un nuovo cofano motore; infine, la Sauber ha introdotto importanti modifiche al fondo, intervenendo nella geometria della parte centrale.