
Gran Premio del Barhain 2025: Il Post Gara
INTRODUZIONE
Nella notte di Sakhir brilla forte la stella di Oscar Piastri. L’australiano regala alla McLaren la prima vittoria in Bahrain, sede finanziaria del team di Woking. Si tratta quindi di una vittoria in casa, conquistata dopo una gara dominata da Piastri, che adesso si candida prepotentemente alla conquista del titolo mondiale. Eccezionale anche la corsa di George Russell, che porta la Mercedes sul podio per la terza volta in stagione, e quella di Charles Leclerc, che ottiene il massimo da una Ferrari ancora poco competitiva. Lando Norris completa il podio, con una buona rimonta in una gara, comunque, non esente da errori. Difficoltà, invece, per Max Verstappen, in un weekend veramente anonimo da parte sua; buona la prestazione del suo compagno di squadra Yuki Tsunoda, che porta per la prima volta la seconda Red Bull a punti in questa stagione. Benvenuti al Post Gara della 21° Edizione del Gran Premio del Bahrain, gara di 57 giri in scena domenica 13 aprile 2025 sul Bahrain International Circuit, nel weekend che segna il ritorno del cognome Barilla in Formula 1, questa volta come Official Pasta Partner.

PARLA LA PISTA
PROVE LIBERE
Il venerdì mattina la pista di Sakhir è sporca e molto lenta. Sono sei i rookie che partecipano alle FP1. A causa di un problema idraulico, Antonelli è costretto a guardare la sessione dai box, mentre in pista tanti piloti commettono degli errori; complicato, dunque, trarre già delle conclusioni. Il miglior rookie è Luke Browning con la Williams. Per le FP2, invece, la situazione della pista è totalmente diversa: scende la notte e c’è molto più grip. La McLaren è irraggiungibile, dominante sia sul passo qualifica sia sul passo gara; alle spalle dei due piloti papaya c’è un interessante pacchetto di mischia composto dalle due Ferrari, le due Mercedes e Verstappen, tutti molto vicini; fatica tanto invece Tsunoda con l’altra Red Bull. Alonso è protagonista di una situazione molto strana, che non capita quasi mai: il volante della sua Aston Martin si stacca letteralmente dal suo supporto e gli rimane in mano; fortunatamente il tutto accade a velocità molto ridotte.
Sabato mattina, nella FP3, la pista è di nuovo lenta e c’è poco grip. La Sauber applica ancora della vernice nell’ala posteriore per verificare i flussi d’aria (non si vede tanto spesso in una FP3), mentre Hulkenberg deve abbandonare la sessione a causa di un anti-stallo sulla sua monoposto; la Ferrari di Leclerc perde, invece, uno specchietto, ma nulla di grave. Si prova solo il passo di qualifica: la McLaren è ancora su Marte, con quasi un secondo di vantaggio sugli inseguitori, capitanati da Leclerc. Hamilton appare in difficoltà, mentre Tsunoda è ancora disperso in fondo alla classifica. Bene Antonelli, molto vicino a Russell.

QUALIFICHE
Nella notte del sabato si accende la sfida per le posizioni della griglia di partenza. In Q1 sorprende in negativo Bearman, in grave difficoltà, ultimo con la sua Haas. Hulkenberg, inizialmente passato in Q2, viene retrocesso in 16° posizione causa track limits (il tutto avviene inspiegabilmente con molto ritardo, quando addirittura il tedesco aveva già terminato anche il Q2). Eliminati in Q1 anche Lawson, Bortoleto e Stroll. Albon, che era stato eliminato in Q1, recupera una posizione salendo 15°, grazie alla retrocessione di Hulkenberg.
Il Q2 è caratterizzato da una bandiera rossa dovuta all’incidente di Ocon, qualificato quindi 14°. Durante questa sessione si distinguono Gasly, Sainz e Tsunoda, che passano in Q3 (per Sainz è la prima volta in stagione, mentre Tsunoda porta per la prima volta quest’anno la seconda Red Bull in Q3). Oltre Ocon, vengono eliminati in Q2 anche Doohan, Hadjar e Alonso.
Nel primo tentativo del Q3 è Russell a fare una magia, piazzandosi 2° a sandwich tra le McLaren di Piastri e Norris, mentre Verstappen e Antonelli si vedono cancellare il proprio tempo per track limits.
Nel secondo tentativo Kimi si piazza vicino a Russell, mentre Norris delude ed è solo 6° con un giro non buono. Anche Verstappen e Hamilton pasticciano e sono solo 7° e 9°, mentre Leclerc estrae il massimo dalla sua Ferrari e si piazza 3°.
Al termine della sessione di qualifica entrambe le Mercedes vengono retrocesse di una posizione: nel Q2, durante il regime di bandiera rossa, si sono posizionate davanti al semaforo all’uscita della pit lane prima che la direzione gara comunicasse l’orario di ripartenza.
Oscar Piastri regala così alla McLaren la prima pole position in Bahrain; per l’australiano è la seconda pole position in carriera, dopo quella di Shanghai.
Seguono Leclerc (in prima fila per la prima volta quest’anno), Russell, un fantastico Gasly (4° con l’Alpine), Antonelli, Norris, Verstappen, Sainz (finalmente in sintonia con la sua Williams), Hamilton, in difficoltà, e Tsunoda, che fa il suo, garantendo il doppio Q3 alla Red Bull.

GARA.
In top 10, solo le Ferrari montano le medie; tutti gli altri sono su gomme soft. Al via, Piastri è un fulmine e tiene la prima posizione, mentre Leclerc, come prevedibile, fatica un po’ e subisce il sorpasso sia da Russell sia da Norris, che è già 3° grazie ad un ottimo scatto. Tuttavia, la partenza del britannico risulta irregolare per la posizione troppo avanzata nella piazzola: viene quindi penalizzato con 5 secondi. I primi giri vanno in archivio con Piastri che fa l’andatura, Norris che attacca Russell, ma non riesce a superarlo, e Verstappen e Antonelli che, dopo aver superato Sainz, più lesto di loro nelle prime fasi di gara, si mettono nella scia di Gasly.
Dopo i primi pit stop, la Ferrari dimostra di avere un gran ritmo: Leclerc si avvicina tanto a Norris e addirittura lo supera, salendo 3°; prova anche a recuperare Russell, ma non riesce mai ad entrare in zona DRS. Antonelli è intanto scivolato in 11° posizione per delle scelte strategiche poco fortunate.
La situazione rimane più o meno stabile fino al 35° giro, quando entra la Safety Car, perché devono essere rimossi dei detriti portati in pista da contatti nelle retrovie. Entrano tutti ai box, ma le scelte strategiche sono molto divergenti: Piastri e Norris rimangono sulle medie, Russell passa alle soft, mentre le due Ferrari montano le hard.
Alla ripartenza, Hamilton supera Norris per la 4° posizione, mentre Russell è aggressivo su Piastri, ma non riesce a passarlo. Norris riprende subito la posizione su Hamilton e raggiunge in fretta anche Leclerc, che gli oppone però una strenua resistenza, cedendo dopo non pochi giri alla superiorità della McLaren. Ed è proprio questa difesa del ferrarista che aiuta Russell a tenere la seconda posizione: negli ultimi giri, infatti, Norris arriva negli scarichi della Mercedes, ma i chilometri alla bandiera a scacchi sono ormai terminati. All’ultimo giro, con una zampata finale, Verstappen supera Gasly per il 6° posto.
Oscar Piastri vince così il Gran Premio del Bahrain, dominando in modo assoluto la 50° gara della sua carriera.
Russell e Norris completano il podio. Seguono Leclerc, Hamilton, Verstappen, Gasly, Ocon, Tsunoda e Bearman, che dalla 20° posizione porta clamorosamente a punti la sua Haas. Fuori dalla top 10 Antonelli, dopo una gara non particolarmente fortunata.

I TOP DEL WEEKEND
1. OSCAR PIASTRI
Un altro weekend da favola per Oscar Piastri: dopo il dominio di Shanghai, anche in Bahrain nessuno ha avuto la forza e la velocità per impensierire la sua leadership. Fin dalle prove libere, la McLaren ha dimostrato di poter fare un sol boccone degli avversari. In realtà, poi, in qualifica i distacchi sono stati minimi, e abbiamo visto come Norris, per un piccolo errore, sia stato addirittura relegato in 6° posizione. Oscar, invece, è stato come sempre glaciale e perfetto e ha conquistato una preziosa pole position. Da lì, poi, il suo weekend ha preso una direzione idilliaca. In gara, dopo una partenza perfetta, ha gestito tutto alla grande, anche quando la Safety Car ha azzerato tutto il suo vantaggio su Russell. Certo, la McLaren su questo circuito volava, ma Piastri ha portato a casa un weekend da vero campione, eseguendo anche il suo primo hat trick (pole position, giro veloce e vittoria): è il 49° pilota nella storia della Formula 1 a riuscirci.

2. CHARLES LECLERC
Il primo top della stagione in casa Ferrari porta la firma di Charles Leclerc. Il monegasco ha portato a termine un weekend alla Verstappen: ha guidato oltre i limiti della sua Ferrari. Con una monoposto probabilmente meno competitiva anche della Mercedes (lo dimostrano le prestazioni di Hamilton), il monegasco in qualifica ha centrato un’ottima 3° posizione, battendo una McLaren e una Mercedes. In gara, partito 2° grazie alla penalità di Russell, ha sofferto in partenza (ma era prevedibile, avendo meno grip con le medie) e forse è stato proprio quello il momento in cui ha perso la possibilità del podio, ma da lì ha costruito una gara fenomenale: super aggressivo ma mai scorretto, si è tolto anche la soddisfazione di superare in pista una McLaren, dimostrando un ritmo gara sorprendente con le gomme medie. La Safety Car ha poi vanificato tutto, perché l’ha costretto ad un pit stop anticipato che ha interrotto lo stint con le medie, e la scelta delle hard nel finale di gara non si è rivelata vincente, perché il crollo della soft di Russell non c’è stato. Comunque, un weekend fantastico da parte di Charles, che solleva un po’ il morale all’interno della squadra.

3. PIERRE GASLY
Finalmente l’Alpine è stata in grado di ottimizzare il risultato, dopo che, per vari motivi, nelle precedenti tre gare non era arrivato nemmeno un punto. A Sakhir Gasly ha performato alla grande, confermandosi costantemente il primo degli altri, cioè subito alle spalle dei top team. In qualifica è stato un mago, riuscendo a battere due Red Bull, una McLaren e una Ferrari, segnando il 5° tempo, poi diventato 4° per la penalità di Russell. In gara è stato costantemente in top 5 con un gran ritmo, cedendo la posizione a Hamilton solo a metà gara. Negli ultimi giri è stato un mastino e ha fatto tutto il possibile per tenere dietro Verstappen e ci è quasi riuscito fino alla fine, terminando comunque 7° sotto la bandiera a scacchi: sono i primi punti per l’Alpine, che respira un po’ dopo un inizio di stagione molto complicato.

4. YUKI TSUNODA
Che piacere poter inserire nella sezione top il secondo pilota Red Bull! Nel weekend forse più difficile della carriera di Max Verstappen, Yuki Tsunoda è stato invece estremamente concreto. Certo, le sue non sono prestazioni da prime posizioni, ma considerando che la Red Bull a Sakhir era di fatto la quarta forza in pista, era pronosticabile il fatto di vedere Yuki in fondo alla classifica. E invece, questo weekend abbiamo avuto la conferma che, quando la Red Bull si trova in difficoltà, la differenza tra Verstappen e il secondo pilota si riduce molto (era accaduto anche l’anno scorso a Monza e Baku). Tsunoda questo fine settimana ha fatto il suo, garantendo alla Red Bull la doppia top 10 sia in qualifica sia in gara, durante la quale è stato anche autore di sorpassi molto interessanti, aggressivi ma corretti. Sotto la bandiera a scacchi è 9° a un distacco da Max non ampissimo. Resta da capire se il giapponese riuscirà a mantenere questo stato di forma nei prossimi weekend, anche quando Verstappen tornerà agli standard da extraterrestre a cui ci ha abituati.

I FLOP DEL WEEKEND
1. MAX VERSTAPPEN
Dover inserire Max nella sezione flop è una sensazione stranissima, ve lo posso garantire! Verstappen, che ci ha sempre abituati a prestazioni di altissimo livello, in particolare quando la sua vettura non è competitiva, a volte ci ricorda che anche lui è umano e, come tutti gli umani, non è esente da errori. Ormai conosciamo Max: quando la sua monoposto non si adatta perfettamente al suo stile di guida non si mette problemi a farlo notare, senza peli sulla lingua. In qualifica, però, l’errore è stato tutto suo: è arrivato lungo all’ultima curva, vanificando il suo primo tentativo. Alla fine del Q3 risulta essere in un’anonima 7° posizione. Anche la sua gara, poi, è stata davvero anonima: la sua corsa non si è mai accesa, per tutta la gara è rimasto dietro a vetture meno prestazionali della sua Red Bull, come l’Alpine di Gasly. La zampata finale per guadagnare quantomeno la 6° posizione proprio su Gasly salva almeno in parte il bilancio di una gara molto deludente. Davvero strano vedere Max così in difficoltà, soprattutto dopo la magia di Suzuka, ma quando lui è autore di queste prestazioni così anonime significa che la vettura non è per niente competitiva.

2. RACING BULLS
Dopo le prime tre gare molto promettenti, arriva per la Racing Bulls il primo passaggio a vuoto della stagione. A Sakhir le prestazioni sono state da 7°/8° team in griglia, sicuramente alle spalle di Haas e Williams. In qualifica, addirittura, Lawson non ha passato il taglio del Q1, mentre in gara i due piloti non sono mai in grado di entrare in zona punti. Hadjar si è confermato ancora una volta, come a Suzuka, più in palla rispetto a Lawson (che forse deve un po’ riprendersi dalla bocciatura della Red Bull), dimostrando tanta velocità.

3. ASTON MARTIN
Continua l’incubo per l’Aston Martin in questo inizio di stagione. In Bahrain un altro weekend da dimenticare: le prestazioni sono state quasi da ultima forza, in lotta con la Sauber. Alonso cerca sempre di metterci una pezza col suo talento e la sua grande esperienza, ma non riesce ad andare oltre un’insignificante 15° posizione in gara, mai davvero in lotta con qualcuno, mentre Stroll, come in Giappone, sprofonda negli abissi della classifica. Infine, il problema avuto nelle prove libere, con il volante della vettura di Alonso che si stacca letteralmente dalla sua sede, è molto grave e pericoloso.
Vedremo se questa grave crisi dell’Aston Martin si risolverà nel corso della stagione, oppure se è già tempo di pensare al 2026, aspettando la “cura Newey”.

4. SAUBER
La Sauber si conferma l’ultima forza in griglia anche in Bahrain. Hulkenberg fa una mezza magia in qualifica raggiungendo il Q2, ma poi il suo tempo viene cancellato per track limits e ripiomba in 16° posizione, mentre Bortoleto è ultimo. In gara, il brasiliano non riesce a recuperare posizioni, restando sempre alle spalle di Stroll, mentre Hulkenberg riesce a recuperare fino al 15° posto; peccato che la sua vettura risulti irregolare ai controlli post-gara per il plank troppo consumato: la squalifica è inevitabile.
La situazione della Sauber non è semplice in questo inizio di mondiale e, probabilmente, se non migliorerà, tutte le risorse verranno destinate al 2026, quando arriverà Audi.

VERSO L’ARABIA SAUDITA
Termina quindi con l’ennesima vittoria McLaren il weekend di Sakhir: Oscar Piastri è il primo pilota a vincere due gare in stagione, avvicinandosi tanto alla leadership della classifica piloti, ancora occupata da Lando Norris. Si accende la sfida tra i due piloti papaya e sarà molto interessante vedere come il team gestirà la rivalità interna: per il momento regnano gli ordini di squadra e la pace apparente tra i due, ma quando si arriverà a metà e fine campionato, allora sarà guerra aperta, sempre che gli avversari non si inseriscano nella battaglia per dare un po’ più di colore ad un mondiale ora tutto papaya. Ma non corriamo troppo con i tempi e concentriamoci sul prossimo step. La Formula 1 torna già nel weekend del 20 aprile per il secondo appuntamento mediorientale della stagione: il Jeddah Corniche Circuit è pronto ad ospitare la 5° Edizione del Gran Premio d’Arabia Saudita, un round che nel passato ha regalato quasi sempre gare avvincenti, immerse nella spettacolare cornice notturna di Jeddah. Chi trionferà sulle rive del Mar Rosso?
