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Gran Premio di Cina: il Weekend di Gara

Di Giovanni Nulchis


INTRODUZIONE

 

Rilassato, concentrato, freddo. Così si è definito Oscar Piastri ai microfoni di Sky. La Formula 1 ha ritrovato un nuovo “Iceman”, degno erede di Kimi Raikkonen. Un giovane australiano dalla personalità unica, e che in pista è dannatamente veloce. Dopo la delusione nella gara di casa, Piastri a Shanghai ha firmato un weekend da top driver, costantemente più veloce ed efficace nella guida rispetto al suo compagno Lando Norris. I due hanno conquistato una doppietta di forza per la McLaren, che fa davvero tremare gli avversari. George Russell completa il podio, dimostrando ancora una volta la sua grande costanza e velocità, mentre Max Verstappen conferma anche in questo weekend il suo stato di extraterrestre! Disastro totale, invece, per la Ferrari: una doppia squalifica che pesa tantissimo su un bilancio già negativo, se non per la breve illusione per la prima vittoria di Lewis Hamilton in Rosso nella Sprint del sabato. Benvenuti al commento del weekend della 18° Edizione del Gran Premio di Cina, secondo appuntamento di un mondiale sempre più arancione papaya

 PARLA LA PISTA

 
PROVE LIBERE. Il venerdì di Shanghai è particolare, perché siamo in un weekend Sprint. Ciò significa che piloti e team hanno a disposizione solo una sessione di prove libere, e poi sarà già tempo di qualifica. Alcuni piloti devono ancora prendere confidenza con il nuovo asfalto, rifatto in occasione dell’edizione 2025. McLaren appare sempre il team da battere, ma la Ferrari sembra essersi svegliata dall’incubo di Melbourne e dà l’idea di essere quantomeno seconda forza.

 

SPRINT SHOOTOUT. Nel pomeriggio del venerdì le Shootout decidono la griglia di partenza della Sprint. Nel SQ1 e SQ2 si utilizzano gomme medie, nel SQ3 le soft. Prima sorpresa: Lawson fuori in SQ1, qualificato 20°, ultimo con la Red Bull. Bravo Bearman, che porta la Haas al SQ2 e si piazza 12°, così come Bortoleto, 14° con la Sauber. Tsunoda passa il taglio dell’SQ2, a differenza di Hadjar, che si piazza 15°. Nel SQ3 le McLaren decidono di uscire subito per avere a disposizione due giri lanciati, mentre gli altri vanno tutti per un solo giro negli ultimi minuti. La strategia McLaren non paga: Norris commette delle imprecisioni nel primo giro e nel secondo le sue gomme non sono più tanto performanti; l’inglese si deve accontentare della 6° posizione, nel sandwich delle due Mercedes di Russell e Antonelli; Piastri è invece 3°, davanti a Leclerc. A giocarsi la pole sono così Hamilton e Verstappen: la spunta il pilota Ferrari, con una guida da campione, soprattutto nelle prime tre curve, mentre Max è 2° per soli 18 millesimi.

 SPRINT. Il sabato di Shanghai si apre con la disputa della Sprint, gara di 19 giri che assegna punti ai primi otto classificati. In partenza Hamilton è aggressivo su Verstappen e si tiene la prima posizione, mentre Leclerc cerca il sorpasso su Piastri, ma senza successo. Norris commette un errore in curva 4, perdendo tante posizioni: si ritrova 9°. Nel corso del primo giro, Tsunoda passa Antonelli per la 6° posizione e Russell sorprende Leclerc in staccata salendo 4°. Nel corso della gara, Lawson si accende in una buona rimonta, con tanti sorpassi in curva 14; riuscirà a risalire fino al 14° posto. Davanti, Verstappen cerca di tenere il passo di Hamilton, Piastri resta guardingo nella sua 3° posizione, mentre Russell prende sempre più vantaggio su Leclerc, che è in una fase di gestione gomma, e Tsunoda è bravissimo a proteggersi dai timidi attacchi di Antonelli; Norris sembra in grossa difficoltà di passo, perché vede Stroll allontanarsi sempre di più. Dopo aver cercato di mettere pressione ad Hamilton, Verstappen deve arrendersi alla superiorità della Ferrari e, poco dopo, anche a quella di Piastri, che al 15° giro lo supera e sale 2°. Leclerc decide di aumentare il suo ritmo e cerca di recuperare Russell, mentre Norris ritrova velocità e supera Stroll per entrare quantomeno in zona punti. Negli ultimi giri, Hamilton domina, guadagnando su Piastri quattro secondi; Leclerc prende Russell ma non lo supera, mentre Tsunoda riesce a stare ancora davanti ad Antonelli, nonostante la superiorità della Mercedes.

Lewis Hamilton vince così la Sprint, cogliendo il suo primo mini-successo con la Ferrari, dopo una gestione gomme magistrale. Seguono Piastri, Verstappen, Russell, Leclerc, Tsunoda, Antonelli e Norris, per chiudere la zona punti.

 QUALIFICHE. Quattro ore dopo la Sprint, si torna già in azione per le qualifiche, che stabiliscono la griglia della gara della domenica. Dopo una buona prestazione nella Sprint, Lawson sprofonda di nuovo nell’abisso: ultimissima posizione con la sua Red Bull. In Q1 fuori anche le Alpine, Bearman e Bortoleto, mentre Ocon e Hulkenberg accedono al Q2. Nel Q2 trova l’eliminazione Sainz, mentre Albon, con l’altra Williams, riesce ad entrare in Q3, così come le due Racing Bulls. Questa volta la McLaren non sbaglia strategia: Piastri conquista la sua prima pole position in carriera, ma non è prima fila tutta papaya, perché un fantastico Russell arpiona la 2° posizione, battendo Norris e Verstappen. Le Ferrari si devono accontentare della terza fila, con Hamilton 5° davanti a Leclerc. Ma la sorpresa è Isack Hadjar, che conquista il 7° tempo con la Racing Bulls, davanti ad Antonelli e Tsunoda. Chiude la top 10 Albon con la Williams.

 GARA. La partenza delle due McLaren è da sogno: Piastri tiene il comando, mentre Norris attacca Russell e completa subito l’1-2 papaya. Leclerc entra in contatto con Hamilton e dall’ala anteriore della sua Ferrari si stacca una bandella laterale. Il fatto curioso, però, è che, a causa del piccolo danno, l’ala flette molto verso il basso, fino quasi a toccare l’asfalto, e ciò comporta un vantaggio in rettilineo, vista la riduzione del carico aerodinamico. Nei primi giri, un problema ai freni costringe Alonso al ritiro: sarà l’unico ritirato della gara.

Per questa gara sono previste due soste, ma i team si accorgono che il degrado gomma è pressoché inesistente. Ciò significa che tutti allungano il primo stint, per poi montare le hard e andare fino in fondo. Ovviamente, faranno l’inverso coloro che sono partiti con le hard, vale a dire Stroll, Bearman e Lawson.

I primi a fermarsi sono Hamilton e Verstappen; li seguono Russell e Piastri, mentre Norris e Leclerc attendono un altro giro. Russell riesce a prendere la posizione su Norris con un potente undercut, ma poco dopo è costretto a cedere alla superiorità della McLaren. Nel frattempo, Ocon esegue un mega-sorpasso su Antonelli, andando anche sull’erba, sorpasso che gli vale la 14° posizione. Leclerc si sente più veloce di Hamilton, e in effetti gli sta incollato, tanto che il team acconsente allo swap di posizione e affida a Charles il compito di lottare con Russell per il podio. La verità, però, è che Russell aumenta il suo ritmo e non permette a Leclerc di avvicinarsi. Il box Ferrari, intanto, decide di fermare Hamilton per una seconda sosta: montate le nuove hard, il britannico comincia a suon di giri record una rimonta per recuperare quantomeno la posizione su Verstappen.

A dare spettacolo a metà gara è Bearman, che, montate le medie, sorpassa tantissimi avversari, fino alla 10° posizione: una rimonta strepitosa per Ollie. Mentre Doohan viene penalizzato di 10 secondi per una manovra scorretta nei confronti di Hadjar, Verstappen, come d’incanto, trova più ritmo e, invece di essere minacciato da Hamilton, è una grossa minaccia per Leclerc, che ormai ha rinunciato al recupero su Russell. Negli ultimi giri si accende un mini-duello tra i due, ma Max ne ha di più e guadagna la 4° posizione.

Oscar Piastri vince il Gran Premio di Cina, davanti a Norris, Russell, Verstappen, Leclerc, Hamilton, Ocon, Antonelli, Albon e Bearman. E voi pensate che sia finita così?

Eh no! A fine gara, entrambe le Ferrari e l’Alpine di Gasly risultano irregolari ai controlli FIA: le vetture di Leclerc e Gasly sono sottopeso (limite: 800 kg), mentre nella Ferrari di Hamilton il plank è troppo consumato.

Accedono così alla top 10 della gara anche Stroll con l’Aston Martin e Sainz con la Williams.

 

I TOP DEL WEEKEND

 

1.     OSCAR PIASTRI

Dopo la doccia fredda dell’Australia, Piastri ha reagito alla grande in Cina con un weekend fantastico. Nella prima parte del fine settimana,       quando la McLaren non riusciva ancora ad estrarre tutto il suo potenziale, è stato lui a fare la differenza nel team, mentre Norris ha commesso una serie di errori che l’hanno portato lontano dalle posizioni di testa. Quando la monoposto ha ritrovato la sua vera identità, e cioè quella di migliore in pista, Oscar è stato glaciale e velocissimo. La pole position è di puro talento e la gara di controllo e gestione in ogni sua parte. Se escludiamo il fuori pista in Australia, avvenuto in condizioni davvero complicate, per due weekend consecutivi è riuscito a tenere sempre un ritmo da vittoria o da seconda posizione, mentre ricordiamo la sua altalena di prestazioni dello scorso anno. Se riuscisse a mantenere questa costanza, il sogno mondiale diventerebbe per lui un obiettivo più che concreto.

 

2.     GEORGE RUSSELL

Lo scorso weekend abbiamo giustamente celebrato la clamorosa rimonta di Antonelli, mettendo in secondo piano la gara di Russell. Ma qui in Cina non ci sono stati assolutamente dubbi su chi sia il capitano della Mercedes. Il weekend di George è stato stellare, sempre in lotta per le prime posizioni. Certo, la sua Mercedes non è mai stata in grado di lottare per il vertice della classifica, ma Russell è sempre stato sul pezzo, sfiorando addirittura la pole position. In gara, poi, ha dato il massimo, provando finché ha potuto a stare con le McLaren e poi tenendo sotto controllo la rimonta di Leclerc e conquistando il secondo podio stagionale, nonché il 300° podio nella storia della Mercedes. Insomma, se in Australia Kimi si era preso tutta la scena, in Cina George ha fatto capire al ragazzino che c’è ancora tanto lavoro da fare per arrivare al suo livello.

 3.     HAAS

Serviva una risposta da parte della Haas dopo il disastro di Melbourne e questa risposta è arrivata alla grande. La Haas non è più l’ultimo team in griglia, ma anzi, si inserisce bene nella lotta per la top 10, soprattutto in qualifica e in gara; i due piloti, inoltre, non commettono alcun errore. In qualifica Ocon sfiora il Q3, mentre Bearman è ancora un po’ lontano. In gara, il francese riesce subito ad entrare in top 10, e Bearman, grazie ad una strategia perfetta, si scatena con dei bei sorpassi, riuscendo ad entrare in zona punti. Grazie alla squalifica delle due Ferrari, Ocon sale addirittura in 5° posizione, mentre Bearman è 8°: punti importantissimi per il campionato.

 4.     ALEXANDER ALBON

Come in Australia, anche per questo weekend Alexander Albon merita un top. Per ora è lui che sta garantendo alla Williams risultati di rilievo, mentre Sainz è ancora un po’ in difficoltà con la nuova monoposto. Il thailandese a Shanghai è stato costantemente in top 10, sfruttando al massimo il potenziale della sua Williams e non commettendo errori.

 I FLOP DEL WEEKEND

 

1.     FERRARI

Premessa: se non ci fosse stata la squalifica non avrei inserito la Ferrari né nei top, né nei flop. Il miglioramento rispetto all’Australia è evidente, soprattutto in gara. Nella Sprint, la Rossa di Hamilton è stata la migliore e nessuno se la sarebbe aspettata tanto forte da conquistare la vittoria.

Però, la squalifica a fine gara è un flop totale. Un errore, anzi due errori, gravi da parte di Maranello, che spreca un risultato, per carità, non soddisfacente, ma comunque importante in un mondiale di 24 gare. La Ferrari ha celebrato nel peggiore dei modi il 1100° Gran Premio della sua storia. C’è tanto da lavorare a Maranello, per ritrovare la performance che ancora manca in determinate condizioni, per capire cosa ha funzionato nella Sprint che non ha funzionato in gara e per evitare questi gravi errori che compromettono il lavoro di un weekend. Il campionato è lungo, ma il tempo in Formula 1 corre veloce.

Per concludere, tanti complimenti a Lewis Hamilton per la vittoria nella Sprint: abbiamo ritrovato il buon caro Lewis, con la sua fenomenale gestione gomme.

 2.     LIAM LAWSON

Un altro weekend da incubo per il povero Liam, ancora peggio di Melbourne. Le due qualifiche chiuse in ultima posizione raccontano tutte le difficoltà che il neozelandese sta riscontrando nella guida di questa monoposto, costruita sullo stile di guida di Verstappen. Nelle due gare, poi, le sue prestazioni migliorano un po’ e si esibisce in sorpassi interessanti, ma il fatto che nemmeno le squalifiche delle Ferrari e di Gasly l’hanno portato in zona punti fa capire quanto sia in difficoltà. Voci da paddock dicono che Helmut Marko sarebbe pronto a promuovere Yuki Tsunoda in Red Bull già dal prossimo weekend in Giappone e retrocedere di nuovo Lawson alla Racing Bulls.

 3.     ALPINE

Il team francese è l’unico ancora a quota zero punti in classifica costruttori. Una monoposto complicata da guidare o forse troppo lenta; fatto sta che i risultati sono molto deludenti per un team che, in qualità di costruttore, punta ad entrare nella lotta dei top. Gli errori di Jack Doohan sicuramente non aiutano, ma è molto grave anche l’errore del sottopeso commesso dalla squadra, che costa una squalifica pesante.

 4.     SAUBER

Anche per la verde Sauber un weekend deludente, dopo i punti di Melbourne. C’era da aspettarselo, sia chiaro, soprattutto dopo i test del Bahrain, ma quello che manca è la prestazione in gara, sempre costantemente nelle ultime posizioni. In qualifica qualche lampo c’è, ma sembra più per talento dei piloti che per la bontà della monoposto.

 VERSO IL GIAPPONE

Termina qui anche il secondo appuntamento del campionato 2025, un back to back Australia-Cina che ha inaugurato la stagione e ci ha dato un assaggio del mondiale che vivremo quest’anno. Ora, una piccola pausa prima del prossimo round: nel primo weekend di aprile il Suzuka International Racing Course sarà teatro della 39° Edizione del Gran Premio del Giappone, evento che chiude la serie di gare in Oceania ed Estremo Oriente che ci ha accompagnati in questo inizio di stagione. Il circuito di Suzuka può essere considerato, insieme a quello di Spa-Francorchamps, l’università della Formula 1, per il suo layout estremamente severo per tutte le qualità di una monoposto. Il weekend nipponico sarà estremamente importante per capire cosa ci attenderà nei prossimi mesi. Siamo solo al secondo round di un mondiale eterno, ma se la McLaren dovesse riconfermarsi così dominante, soprattutto in gara, tre indizi faranno una prova e il campionato comincerà a prendere una direzione ben precisa: Woking.