IL DOMINIO WILLIAMS NEL 1996, MA IN FERRARI ARRIVA MICHAEL SCHUMACHER
Domenica 02 Giugno 1996. Il Circuit de Barcelona-Catalunya di Montmelò ospita
la 38° Edizione del Gran Premio di Spagna 🇪🇸,
7° round del Campionato del Mondo di Formula 1 1996. Ad inizio stagione gli
occhi di tutto il mondo sono puntati su un giovane pilota tedesco, Michael
Schumacher, reduce da ben due conquiste mondiali consecutive con la Benetton.
Michael è innegabilmente la nuova stella della Formula 1 e tutte le squadre lo
vorrebbero nella loro line-up, ma solo una è già sicura di averlo: la Ferrari,
con cui il tedesco aveva già trattato e praticamente firmato l’estate
precedente. Al fianco di Schumacher la Rossa schiera Eddie Irvine, che lascia
così la Jordan, mentre Jean Alesi e Gerhard Berger lasciano Maranello per
dirigersi in coppia alla Benetton. Michael Schumacher è, sì, stato ingaggiato
dalla Scuderia più importante nel panorama sportivo, ma la Ferrari arriva da un
periodo molto complicato, probabilmente il più complicato della sua storia in
Formula 1: l’ultimo titolo mondiale piloti risale al 1979, con Jody Scheckter,
e gli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90 sono stati a dir poco disastrosi,
con due soli titoli costruttori vinti nel 1982 e nel 1983. Urge quindi un
immediato cambio di rotta, e nel 1996, dopo un mediocre 1995 chiuso in 3°
posizione, il primo passo verso la ricostruzione della squadra è proprio
l’ingaggio di Schumacher, che sarà in futuro la carta vincente per il ritorno
della Ferrari al vertice. Ma il 1996 si rivela essere ancora un anno di
purgatorio per Maranello: a dominare la stagione è infatti la Williams di Damon
Hill e Jacques Villeneuve, due figli d’arte, che vince le prime cinque gare
della stagione, quattro Hill e una Villeneuve al Nurburgring. A Monaco, la 6°
gara della stagione, una corsa pazza, con soltanto tre piloti al traguardo,
vede una clamorosa debacle in casa Williams, con entrambi i piloti ritirati
(Hill per problemi al motore, Villeneuve per un incidente con la Forti di Luca
Badoer), e un altrettanto clamorosa vittoria, totalmente inaspettata alla
vigilia del weekend, di Olivier Panis con la Ligier, e per farvi capire quanto
quella vittoria della Ligier sia stata fuori da ogni schema, vi dico che dopo
Monaco, il team francese ha ottenuto soltanto un altro piazzamento a punti in
dieci gare (in Ungheria).
IL 1996 DELLA FERRARI La stagione della Ferrari comincia tutto sommato bene: alla prima gara, a
Melbourne, Schumacher è costretto al ritiro, ma Irvine arriva 3°, subito alle
spalle delle due Williams: in Brasile invece è Schumacher a conquistare il
podio, il suo primo podio con la Ferrari, mentre Irvine è 7°; in Argentina
Michael è di nuovo costretto ad abbandonare la corsa, ma poi arrivano due
fantastici podi al Nurburgring e ad Imola, dove il tedesco taglia il traguardo
2° alle spalle rispettivamente di Villeneuve e Hill; il Gran Premio di Monaco 🇲🇨 vede invece il ritiro
delle due Ferrari, entrambe a causa di incidenti. All’indomani della gara del
Principato, la situazione in classifica mondiale sorride ovviamente ancora alla
Williams, capace in sei gare di staccare la Ferrari di ben 40 punti, mentre tra
i piloti a comandare è Hill, con 21 punti sul compagno di squadra Villeneuve e
25 su Michael Schumacher.
LE SENSAZIONI ALLA VIGILIA DELLA SPAGNA. IN QUALIFICA DOMINA LA WILLIAMS
Si arriva dunque al 7° appuntamento del Campionato, in programma in Spagna, sul
circuito del Montmelò, nelle vicinanze della città di Barcellona. Michael
Schumacher apre il weekend catalano affermando che non ritiene di poter
competere per la vittoria, viste le caratteristiche del circuito, nonostante la
Ferrari porti per questo appuntamento uno speciale carburante elaborato dalla
Shell, capace sulla carta di fornire alla monoposto ben 30 cavalli in più. Ed
effettivamente, le Qualifiche del sabato, su pista asciutta, confermano le
sensazioni del tedesco. La Williams è imbattibile e domina in lungo e in largo:
Damon Hill conquista la 15° pole position della sua carriera, facendo
registrare il record sul giro del Montmelò, e Jacques Villeneuve, seppur
staccato di quattro decimi, completa la prima fila tutta Williams. Segue la
Ferrari di Michael Schumacher, primo inseguitore delle Williams, a poco meno di
un secondo dal tempo di Hill, le due Benetton di Jean Alesi e Gerhard Berger e
la Ferrari di Eddie Irvine, in una buona 6° posizione. Specialmente dopo le
Qualifiche, quindi, ci si aspetta una gara all’insegna del dominio del team di
Grove, in pista con una monoposto nettamente superiore alla concorrenza. Ma, se
è vero che in condizioni di asciutto in Formula 1 è quasi sempre la macchina a
dominare, beh, sul bagnato a fare la differenza è un’altra cosa: il manico del
pilota.
IL DILUVIO E IL VIA DELLA GARA
La sera del sabato porta con sé una forte pioggia. Piove tutta la notte sul
Montmelò e la pioggia rimane fitta e copiosa fino al pomeriggio del giorno
della gara. Vista la situazione, alcuni piloti chiedono il rinvio della
partenza e inizialmente si prevede di far partire la gara dietro la Safety Car,
ma successivamente si decide di dare il via regolarmente alla gara. In fondo
alla griglia di partenza, un commissario sventola la bandiera verde e i cinque
semafori del Circuit de Barcelona-Catalunya si accendono uno alla volta per poi
spegnersi tutti insieme all’improvviso: è il via della 38° Edizione del Gran
Premio di Spagna 🇪🇸.
IL RECUPERO INCREDIBILE DI SCHUMACHER
Lo scatto di Damon Hill non è dei migliori e infatti il britannico subisce il
sorpasso di Jacques Villeneuve e anche della Benetton di Jean Alesi. Problemi
invece per Michael Schumacher: il tedesco non parte affatto bene a causa di un
problema alla frizione e perde tante posizioni, scivolando 6° alle spalle di
Eddie Irvine. Davanti alle Ferrari ci sono anche Gerhard Berger e Rubens
Barrichello. Poco dopo un testa-coda costringe Irvine al ritiro: Schumacher
sale così 5°, ma si sbarazza subito anche di Barrichello. Al 4° giro Hill esce
di pista, riesce comunque a rientrare ma alle spalle di Schumacher, che quindi
ora è già 3°. Ed è qui che ha inizio la magia di Michael. Il tedesco sta
letteralmente volando con la sua Ferrari F130 sotto il diluvio di Barcellona.
Al 9° giro è incollato al posteriore della Benetton di Alesi, che ha recuperato
girando circa quattro secondi più veloce, e lo supera con una bellissima
manovra, salendo 2°. Ora davanti ha soltanto la Williams di Villeneuve
che dovrebbe essere irraggiungibile. Ma sotto il diluvio di Barcellona il
pilota fa la differenza e Schumacher è indemoniato, il suo ritmo di gara è
pazzesco. Al 12° giro, mentre Hill è clamorosamente costretto al ritiro a causa
di un contatto con le barriere, Schumacher è incollato alla Williams di
Villeneuve, in curva 7 porta l’attacco al canadese e riesce a superarlo con
estrema facilità. Michael Schumacher, partito 3° e scivolato 6° in partenza,
con la sua Ferrari, sotto il diluvio di Barcellona, assume il comando del Gran
Premio di Spagna 🇪🇸.
SCHUMI DOMINA SU TUTTO E TUTTI
Da questo momento non c’è storia: Schumacher domina in modo assoluto, tenendo
un ritmo infernale di tre secondi al giro più veloce di tutti, anche quando,
verso metà gara, un piccolo problema al motore lo costringe a rallentare un
po’. Il suo giro più veloce fatto registrare in gara è più basso di due secondi
rispetto al secondo più veloce. Intorno al 24° giro si apre la danza dei pit
stop: Schumacher lo effettua in tranquillità ed esce ancora in testa, mentre
Alesi riesce a superare Villeneuve per la seconda posizione. Il canadese perde
anche la posizione su Barrichello, ma poi la recupera immediatamente.
La situazione al termine dei pit stop vede Schumacher e la sua Ferrari al
comando della gara, in totale solitudine, con oltre un minuto di vantaggio su
Alesi, che precede Villeneuve, Barrichello, Berger e Frentzen. Dopo pochi giri,
tra il 44° e il 47° passaggio, sia Barrichello che Berger, e più tardi anche
Jos Verstappen, devono abbandonare la corsa. Ora sono solo 6 i piloti in pista:
dietro Villeneuve, Heinz-Harald Frentzen è 4° con la Sauber, seguito dalla
McLaren di Mika Hakkinen e la Ligier di Pedro Diniz.
LA BANDIERA A SCACCHI: LA PRIMA GLORIA PER UN BINOMIO LEGGENDARIO
La situazione rimane immutata, ma la tensione è palpabile, soprattutto in casa
Ferrari, perché in una gara condizionata dal maltempo può accadere di tutto, da
un momento all’altro. Ma Schumacher questo non lo contempla: forte del suo
immenso vantaggio, può permettersi anche di rallentare un po’ il ritmo
infernale tenuto fino a questo momento, perdendo circa 15 secondi su Alesi. Gli
ultimi giri di gara sono intensi: là davanti c’è un due volte Campione del
Mondo, va bene, ma tra le mani ha una Ferrari F130, non di certo la Williams
che sta dominando il Campionato, in una condizione difficilissima sotto una
pioggia torrenziale con dei problemi al motore. Insomma, Schumacher sta dando
ancora una volta la dimostrazione di essere davvero il più forte del mondo, il
vero erede del grande Ayrton Senna.
Al 65° giro cala la bandiera a scacchi sul Circuit de Barcelona-Catalunya:
Michael Schumacher domina la 38° Edizione del Gran Premio di Spagna 🇪🇸, vincendo per la 20°
volta in Formula 1 e per la prima volta con la Ferrari. Sul podio con lui, Jean
Alesi con la Benetton e lo sconfitto Jacques Villeneuve, con una Williams
umiliata dallo strapotere di Schumacher. Si chiude così la prima gara che vede
come vincente il binomio Schumacher-Ferrari.
LA LEGGENDA CONTINUA
Sì, perché il Gran Premio di Spagna 1996 non è stato l’atto di nascita della
stella di Michael Schumacher, già nata nel 1991 a Spa-Francorchamps, in Belgio,
quando all’esordio stupì tutti con una clamorosa 7° posizione in qualifica, una
stella che brillò ancor più forte quando nel 1994 vinse ad Imola, nel weekend
della morte di Ratzenberger e Senna, e poi con la vittoria dei due titoli
mondiali con la Benetton. Il Gran Premio di Spagna 1996 ha visto la nascita di
un binomio destinato a diventare leggenda: il binomio Schumacher-Ferrari.
Michael chiuse il 1996 con altre due vittorie, in Belgio e in Italia,
concludendo la stagione in 3° posizione, dietro Hill e Villeneuve. Nel 1997 e
nel 1998 sfiorò la conquista del titolo, vinto rispettivamente da Jacques Villeneuve
e da Mika Hakkinen. Nel 1999 la lotta mondiale con Hakkinen venne interrotta
dal brutto incidente occorsogli a Silverstone, che gli costò un infortunio. Ma
con l’inizio del nuovo millennio nessuno poté più frapporsi tra Michael e la
gloria: dal 2000 al 2004 un solo colore si impose sul tetto del mondo, il
Rosso. Michael Schumacher e le sue formidabili Ferrari forgiarono un vero e
proprio impero, una striscia di cinque titoli mondiali consecutivi: il Kaiser
divenne leggenda della Formula 1 e mito per i piloti del futuro.